Manutenzione RFI: errare è umano, insistere è complicità. No alle narrazioni tossiche dei firmatari dell'accordo del 10 gennaio

Nazionale -

Abbiamo già risposto alle farneticazioni dei piazzisti firmatari del 10 gennaio; ai loro insulti verso i lavoratori che stanno contestando quel lurido accordo tutto impregnato delle più spudorate pretese padronali; alle loro miserabili grida contro la nostra organizzazione che farebbe sciacallaggio per rimediare tessere, confondendo la loro sporca coscienza di veri piazzisti della rappresentanza con la nostra storica presenza ai posti di combattimento sugli impianti anche quando la chiamata allo scontro sindacale sembrava non ricevere largo riscontro tra i lavoratori interessati; alla loro spudorata insistenza nel presentare come migliorativo un accordo che fa piazza pulita delle residue tutele contrattuali, via via già picconate dal loro ultradecennale favoreggiamento delle politiche padronali nel settore, a colpi di accordi nazionali e territoriali dove le esigibilità aziendali prendevano sempre più campo a scapito delle condizioni di salute e sicurezza, economiche e professionali, dei lavoratori interessati: siano essi i ferrovieri che, in modo ancora più tragico, quelli delle imprese private.

Abbiamo già risposto alla ridicola accusa di essere quelli che vogliono lasciare le cose come stanno, con il milione e rotte ore di straordinario del 2023 (sui numeri poi faremo chiarezza a parte); come se l’attuale quotidiano dei lavoratori del settore non dipendesse direttamente dal detto loro favoreggiamento delle politiche padronali dei bassi salari e del ricatto di un reddito legato alla produttività e dunque proprio al lavoro straordinario e notturno, di infiltrazione sempre più massiva dell’impresa privata e della proliferazione del meccanismo micidiale degli appalti e sub-subappalti. E come se non fossimo noi quelli che negli ultimi dieci anni almeno hanno proclamato decine di scioperi contro gli effetti nefandi delle loro pratiche di complicità con il management aziendale: tra i quali mettiamo la scia di infortuni gravi, gravissimi e mortali che hanno interessato i ferrovieri e i lavoratori degli appalti di RFI negli ultimi anni e che tuttora incombe, nella forma delle pretese padronali, sul futuro degli stessi lavoratori.

Ecco perché oggi la “narrazione tossica” di cui al penoso comunicato unitario dei firmatari, si dipana proprio attraverso l’assurda pervicacia di questi signorotti della rappresentanza, con la quale si ostinano a ingiuriare la libertà dei lavoratori in lotta e i loro sforzi di affrancarsi dai “protettori” storici con la creazione di pratiche autorganizzate per lo sviluppo del ragionamento sulle loro condizioni di lavoro.

La stessa pervicacia con cui sono pronti a ammazzare nella culla la coscienza civile dei giovani lavoratori ai quali vanno raccomandando di rinunciare ai propri diritti sindacali e costituzionali, pena licenziamenti, casse integrazioni e relegamenti al confino delle più sperdute DOIT d’Italia: questo è un attentato all’intera dimensione della coscienza civile di un Paese: ma davvero non lo capiscono?

Per quanto ci riguarda non stiamo nemmeno più a elencare gli effetti catastrofici che l’applicazione dei criteri del 10 gennaio potrebbe portare sulla condizione dei lavoratori interessati: ci interessa solo essere adeguatamente piazzati a fianco dei lavoratori nello scontro per impedire che ciò avvenga. Va in questo senso la nostra comunicazione a RFI per la denuncia della decadenza delle RSU che dovrebbero validare gli accordi aziendali sui vari territori, accompagnata dalle diffide alle DOIT Reggio Calabria e Cagliari dall’applicazione degli accordi territoriali dei giorni scorsi in quanto firmati da RSU decadute da sei anni e mai ufficialmente prorogate, e dunque in difformità della normativa vigente in materia di contrattazione aziendale (vedi capito terzo dell’accordo interconfederale 10 gennaio 2014).

E andranno in questo senso le prossime azioni nelle piazze e sui posti di lavoro che condurremo al fianco e per i lavoratori, per la riconquista di una loro effettiva facoltà di contrattazione delle condizioni di lavoro e di esercizio delle libertà sindacali e civili.

VIVANO SEMPRE LE LOTTE DEI LAVORATORI!

 

UNIONE SINDACALE DI BASE   Lavoro Privato - Attività Ferroviarie