No a tagli ed esuberi nelle partecipate pubbliche No a dismissioni, chiusure e privatizzazioni
Il 30 settembre prossimo scade il termine per la presentazione, da parte degli enti pubblici, dei piani di dismissione/fusione/chiusura che il governo chiama di razionalizzazione, delle aziende pubbliche partecipate, contenuti nella nefasta riforma della Pubblica Amministrazione emanata dalla Madia sotto il governo Renzi, il cui unico fine è la privatizzazione dei servizi che determinano ingenti profitti per gli speculatori privati e aumento dei costi per gli utenti.
Alla data del 30 Novembre prossimo, termine ultimo per la dichiarazione degli esuberi da parte delle aziende, decine e decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori rischiano di essere individuati e messi nelle liste di mobilità.
L’USB negli anni passati ha più volte denunciato le tragiche conseguenze di tale riforma, mettendo al centro i pericoli che ne derivano, tra cui il fatto che, dove le amministrazioni non presentassero nei termini indicati i piani delle razionalizzazioni , la palla passerebbe in primis alle Regioni e poi direttamente al governo che deciderà le società pubbliche da eliminare.
Non abbiamo mai avuto interesse a difendere quelle società create ad arte per garantire posti da amministratori nei CdA ai politici di turno, magari trombati nelle elezioni. Quello per cui abbiamo lottato in questi anni è stata la difesa del carattere pubblico dei servizi sociali e della sicurezza dei rapporti di lavoro dei dipendenti, per non dover subire tutti noi, dipendenti ed utenti, oltre al danno della drastica riduzione dei servizi anche la beffa di non vedere mai che a pagare siano coloro i quali, per corruzione o incapacità, hanno distrutto e/o privatizzato le aziende pubbliche.
Gli esuberi di queste aziende non potranno, stando ad oggi, transitare nel pubblico impiego, essendo dipendenti privati: che fine faranno? Né il Governo, né gli altri sindacati in questi anni se ne sono minimamente preoccupati.
Il Sottosegretario alla Funzione Pubblica, l’ineffabile Righetti, addirittura tenta di rassicurarci chiamando in causa la clausola sociale, che se pure fosse applicata, non garantirebbe né orario né identiche condizioni lavorative ai dipendenti, al massimo il rapporto di lavoro, come ben sanno coloro che lavorano negli appalti.
L’USB intende chiedere conto alla Ministra Madia delle misure predisposte per impedire che migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Insomma l’ora x è scoccata .
USB invita ancora una volta alla mobilitazione,
ad organizzare iniziative di protesta, presidi alle prefetture,
volantinaggi nelle piazze o davanti agli enti pubblici e alle aziende.