Paradossi e reazione al tentativo di egemonia confederale nel Trasporto Aereo. ADESSO è il tempo di fare scelte precise!
L'accordo del 24 maggio tra le associazioni datoriali del trasporto aereo e Cgil, Cisl, Uil e Ugl sancisce la costituzione di “osservatorio” autoproclamatosi, riservato strettamente solo a coloro che hanno stipulato il contratto nazionale. Tale consesso si dovrà occupare di temi di rilevante importanza come quello dei fondi pensione, welfare, occupazione e fondi bilaterali. Cioè si tratta di entrare nell’assistenza sanitaria e la previdenza delle categorie di terra e di volo. Ancora una volta sono in ballo soldi, salari e trattamenti e occupazione.
Aldilà delle immancabili promesse, questo esclusivissimo simposio, più che del destino dei lavoratori e del loro posto di lavoro, si capisce che sia costruito per rafforzare il tentativo di egemonia sindacale delle sigle confederali in questo settore con la piena benedizione delle parti datoriali; un altro passo del CCNL. E s’intende, tra le altre cose, spazzare via tutte le esperienze sindacali non allineate con il loro sistema.
Ma cosa abbiamo visto in questi anni? Abbiamo visto disponibilità dei sindacati confederali alle richieste delle aziende, abbiamo visto controversie aperte e chiuse per un piatto di lenticchie e soprattutto a patto di consolidare la propria posizione di predominio. Questa presunta egemonia non è stata costruita sulle lotte dei lavoratori oppure su vertenze vittoriose, ma sui disastri sociali che hanno travolto il trasporto aereo negli ultimi 15 anni, che non ha risparmiato nessuno, anche se dobbiamo dire che è stata particolarmente virulenta nei vettori.
Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno accompagnato passo dopo passo ogni ristrutturazione aziendale, sociale e industriale (in Alitalia, gli esempi non mancano, dal 2008 in poi) con scarsissime lotte, secondo i loro accordi e le loro “complicità”, come ebbe a dire al suo tempo Sacconi, riscuotendo il plauso e il riconoscimento di molti imprenditori incompetenti (è opportuno ricordare i Cimoli ed i Mengozzi) e governanti invischiati.
Il vero paradosso di fronte a tutto questo è vedere le sigle confederali ancora con un seguito di lavoratori cioè di chi ha subito in prima persona gli effetti di politiche di disponibilità verso le aziende, ed è vittima del meccanismo di controllo.
La mancata partecipazione dei lavoratori e la scarsa democrazia sindacale, in questo momento storico, sono lo strumento che è utilizzato proprio per far passare ogni riforma negativa. Ma si comincia a vedere il punto di svolta visto che la mattanza non è mai terminata e c’è sempre qualcosa di peggio che i lavoratori toccano con mano: il livello delle relazioni con il personale nella nuova Alitalia targata Eithad non è mai stato così basso mentre si profilano nuove nubi all'orizzonte, in Meridiana siamo agli sgoccioli di una procedura di licenziamento iniqua e ingiusta di altre centinaia di persone, tecnici di altissima specializzazione di AMS sono entrati in mobilità mentre negli aeroporti di tutta Italia si continuano a precarizzare, a perdere posti di lavoro se non pezzi di salario e diritti. Si temere per il posto di lavoro, i contratti e i diritti, mentre è in corso un costante abbassamento della professionalità d’intere categorie e la sicurezza diventa sempre più un optional, come dimostrato durante l'incendio del 2015 a Fiumicino.
Tutto questo non va bene, e non può rasserenare. E’ tempo di fare scelte precise. Il lavoratore ha l'opportunità di scegliere da chi vuole farsi rappresentare senza subire l'egemonia imposta dall'alto. Ogni singolo lavoratore ha nelle sue mani il potere per difendere i propri diritti.
USB è un sindacato diffuso e protagonista in tutte le categorie (eccetto i Piloti) del Trasporto Aereo in molte compagnie e in molti aeroporti è alla soglia del 5% ritenuta come sbarramento per il riconoscimento a livello nazionale. Unisce le lotte e i lavoratori del settore, anche perché pensare di fronte allo tsunami come singole categorie ha ampiamente dimostrato di essere insufficiente.
Noi partiamo da una convinzione semplice: questo settore è in piena espansione, dove potrebbe essere garantita piena occupazione, la tenuta salariale, la riconquista dei diritti e la crescita della professionalità oltre che la massima sicurezza nei posti di lavoro.
ADESSO è il momento di scegliere di cambiare, prima che sia troppo tardi.
Fiumicino, 27 maggio 2016