Primo incontro nazionale degli Assistenti di Volo. Per dare un futuro alla categoria

Nazionale -

Si è tenuto il 12 febbraio scorso il primo incontro nazionale degli Assistenti di Volo al quale hanno partecipato colleghi provenienti da Alitalia, Meridiana, Windjet, precari e cassaintegrati/mobilità.

E' stato il primo momento di confronto e discussione sullo stato in cui si trova la categoria, dentro la vertenza che USB ha lanciato sulla crisi dell'intero Trasporto Aereo nazionale, che vedrà il primo sciopero di 4 ore di tutto il settore il prossimo 21 febbraio.

Il Personale Navigante ha pagato un prezzo altissimo alla crisi che ha investito il settore, nel quale i i vettori nazionali sono scesi nel 2012 ad una quota di appena il 38% del trasporto aereo italiano, grazie a piani industriali fallimentari, avallati dalle sigle confederali, e all’aggressione da parte delle Low Cost in assenza di qualsiasi politica di tutela e controllo da parte dello Stato.

Ciò ha generato un disastro di migliaia di posti di lavoro persi mentre le condizioni contrattuali sono precipitate fino ad arrivare a contratti vergognosi come, per esempio, quelli stipulati recentemente in Volotea.

In questo momento le superstiti compagnie aeree nazionali stanno affrontando ulteriori fasi di ristrutturazione, tra l'altro caratterizzate da dinamiche sindacali impazzite e contraddittorie tra di loro, mentre è in discussione un contratto nazionale ostinatamente portato avanti con modalità discutibili, esclusive e discriminatorie da Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

La categoria deve essere consapevole che le problematiche generali legate alla mancanza di una politica di sistema, a un tasso di disoccupazione letale e alla distruzione delle condizioni contrattuali stanno ipotecando il futuro di tutti, nessuno escluso, a prescindere dall'azienda di appartenenza.

USB ribadisce le tre macro tematiche sulle quali intervenire contenute nella proposta inviata al Governo nel gennaio scorso:



  1. Intervento Strategico dello Stato:

Le ingenti risorse finora utilizzate per sostenere in modo passivo i programmi di ridimensionamento e licenziamento delle aziende devono essere investiti per intervenire direttamente a sostegno allo sviluppo delle imprese del Trasporto Aereo quale volano strategico del Paese, come in molte altre nazioni, dentro il varo di una politica di sistema che garantisca regole uguali per tutti. In sintesi: più aerei e meno ammortizzatori sociali.



  1. Sostegno all'occupazione nel settore:

Oggi quasi 2000 assistenti di Volo, più di 1/3 della forza lavoro, si trovano sotto copertura di ammortizzatori sociali. Dato che la metà di questi non ha alcuna prospettiva di rientrare dentro il proprio posto di lavoro, NESSUNO è al sicuro in una situazione del genere.

Chiediamo pertanto che si blocchi la formazione di nuovi Assistenti di Volo, sia per quanto riguarda i corsi a pagamento sia nuovi contratti a nuovi precari. Inoltre, chiediamo la costituzione di un bacino nazionale di Assistenti di Volo che diventi il riferimento per le assunzioni di tutti gli operatori che operano stabilmente in Italia, fermando quel dumping di contratti vergognosi e stipulati altrove, una vera e propria delocalizzazione in casa propria, fatte da compagnie quali RyanAir e Volotea.



  1. Politica contrattuale nazionale della categoria:

Il problema del salario è una questione da affrontare con la massima attenzione in un contesto dove l'Assistente di Volo un navigante di cabina è diventato il riferimento più basso degli stipendi del settore. USB non è ovviamente contrario alla definizione di un contratto unico e applicabile a tutti i naviganti di cabina in Italia, ma si oppone con forza alla modalità e ai tempi con i quali le sigle confederali stanno portando avanti la trattativa.

USB chiede la moratoria dei contratti nelle attuali situazioni di crisi; dopo di che si dovrà riaprire la discussione sul contratto nazionale, sulla struttura e sui contenuti, dal basso e in modo democratico, coinvolgendo gli AA/VV di tutte le Compagnie che operano in Italia. Questo è l'unico modo per far diventare il contratto di settore un interesse di tutti e per ottenerne quell'applicazione generale che oggi è più che mai una chimera dopo la diaspora avvenuta in Assaereo.



Queste proposte hanno un respiro ampio e chiedono alle Istituzioni un coraggio e una visione finora del tutto negati, ma siamo consapevoli che senza scelte coraggiose è difficile ipotizzare un futuro per chiunque lavori in questo settore.

La nostra categoria ha pagato un prezzo altissimo alla crisi degli ultimi anni e si trova a un punto di non ritorno. Per questo deve allargare i propri orizzonti e costruire una vertenza nazionale insieme agli altri lavoratori del settore, partendo dal fatto che essere solidali oggi è un bisogno impellente, il miglior modo per avere un'assicurazione sul proprio lavoro.

L'ultimo accordo sugli esuberi in Alitalia è una prova di come si possa affrontare la questione procedendo attraverso la solidarietà diffusa e senza ulteriori espulsioni, ma rischia di rimanere un fatto isolato e precario se non inserito all'interno di una soluzione generale.



Durante la riunione ci siamo assunti l'impegno di lanciare altri momenti di confronto nelle principali basi operative e aeroporti, mettendo in agenda una prima manifestazione nazionale nei tempi e nei modi opportuni, coscienti che sarà disponibile una seconda azione di lotta di 24 ore da indire se il nuovo governo non saprà dare risposte sufficienti ai problemi posti.



Questa è un’occasione importante da sfruttare per salvaguardare il nostro futuro.



17 febbraio 2014