Rfi, l'azienda neanche si presenta al tavolo in Prefettura
Si è svolto stamattina a partire dalle ore 10,30 l’incontro per il tentativo di conciliazione sulle procedure di raffreddamento (legge 146/90 di regolamentazione scioperi) aperte da USB a seguito dello strumentale licenziamento di un lavoratore del settore manutenzione infrastrutture di RFI Viterbo.
La parte aziendale non si è presentata alla convocazione del Prefetto di Viterbo adducendo a motivo il proprio non riconoscimento dell’USB come soggetto negoziale, confermando così una strumentale non volontà di confronto.
Da evidenziare che l’odierna convocazione presso la Prefettura di Viterbo nulla aveva a che fare con gli ambiti negoziali di cui alla giustificazione di RFI DOIT Roma, ma era il mero tentativo di un istituzione governativa di farsi soggetto attivo (ai sensi di legge) per evitare l’inasprimento di un conflitto sindacale che per la natura dell’ambito in cui si svolge può avere ripercussioni sulla garanzia di servizio pubblico ai cittadini; ma tant’è: a RFI sembrano non interessare i possibili disagi ai cittadini, che possono scaturire da azioni di sciopero e agitazione di lavoratori a cui non resta altro da fare per tutelare i propri diritti.
Nel corso dell’incontro con il delegato del Prefetto di Viterbo, comunque svoltosi anche in assenza di RFI, la delegazione di USB ha ribadito la sua convinzione circa l’inconsistenza formale delle contestazioni su cui sono basati i gravissimi provvedimenti disciplinari comminati ai lavoratori dell’impianto di Viterbo (licenziamenti e sospensioni dal lavoro – vedi comunicati precedenti), e dunque il carattere strumentale e ritorsivo delle sanzioni, con riferimento a episodi di segnalazioni di mancata sicurezza sul lavoro promossi dai lavoratori, attraverso i propri rappresentanti per la sicurezza, nei mesi scorsi.
Alla luce di tale atteggiamento ostativo di RFI, USB ha evidenziato anche il messaggio negativo che arriva dalla più grande società di servizio pubblico del Paese attraverso questi atti ritorsivi e intimidatori, che da una parte vanno a incidere sulla realtà occupazionale del territorio Viterbese in una fase di grave crisi economica e sociale, dall’altra manda pesanti segnali di dissuasione verso i lavoratori che segnalano carenze organizzative per la sicurezza sul lavoro, con potenziali ripercussioni anche su quella della stessa circolazione ferroviaria.
Preso atto dell’assenza di RFI all’incontro e dunque del fallimento del tentativo di conciliazione, USB ha annunciato per i prossimi giorni azioni di agitazione dei lavoratori della DOIT Roma e manifestazioni pubbliche per proseguire la campagna di informazione e denuncia su questo grave tentativo di repressione dei diritti contrattuali e sindacali in Rete Ferroviaria Italiana (RFI), con la precisa richiesta del ritiro dei provvedimenti disciplinari.
A margine dell’incontro USB ha reiterato l’appello alle altre forze sindacali e di rappresentanza aziendale a rompere il muro di silenzio in cui sono trincerati e a unirsi nella denuncia e nel contrasto dei suddetti gravi comportamenti aziendali, così come a farsi promotrici della convocazione delle assemblee, durante l’orario di lavoro, dei lavoratori della DOIT Roma, coinvolgendoli direttamente nella difesa dei loro compagni di lavoro colpiti, e dei lori diritti basilari sulla salute e la sicurezza.
Nelle more del riscontro di dette OOSS, USB continuerà nella promozione di assemblee dei lavoratori, fuori dell’orario di lavoro, attraverso le quali conta di arrivare a una prima indizione di sciopero a inizio novembre prossimo.