RINNOVO RSU/RLS FERROVIE: QUALI OPPORTUNITA' E QUALI LIMITI PER LA RIPRESA DELLA LOTTA E LA RIVENDICAZIONE SUI DIRITTI DEI FERROVIERI

 

Lo scenario storico-politico italiano in cui si svolgerà il rinnovo delle Rappresentanze Unitarie e per la Sicurezza dei ferrovieri  è senz’altro caratterizzato dai nefandi (per i lavoratori) esiti della decennale offensiva padronale verso il diritto del lavoro. Un offensiva che si è dapprima dispiegata nelle realtà della piccola e media impresa del privato attraverso il ricatto occupazionale ed economico (moltiplicato dall’artefatto stato di crisi produttiva che ancora viene agitato come la causa di tutti i mali)  per poi, non contrastata seriamente dalle centrali sindacali (allora, ancora) concertative, farsi direttamente movimento politico organizzato e di governo e passare all’attacco delle grandi categorie dell’industria e dei servizi (pubblico e privato) del Paese.

Gli effetti di questa fase negativa si dispiegano abbondantemente anche sulla condizione lavorativa dei ferrovieri, una categoria che nelle passate stagioni storiche ha tirato la volata del movimento dei lavoratori per l’acquisizione di diritti economici e normativi, e che per questo status di garanzie democraticamente conquistato nel tempo (ora dileggiato dal padronato come status di privilegio), insieme alle altre grandi categorie delle residue risorse industriali del Paese, è oggi sotto il fuoco delle file padronali, coperte dalla cortina fumogena dei sindacati complici.

Come leggere altrimenti l’indecente serie di rinnovi contrattuali e di accordi degli ultimi anni che hanno portato solo peggioramento nelle condizioni di lavoro di tutti i ferrovieri: dall’aumento delle ore di lavoro sottopagato, all’imposizione della filosofia di maggiore produttività basata solo sull’aumento dei carichi di lavoro e sulla disoccupazione negli organici, dall’istituzione di turni distruttivi per il personale viaggiante, all’obbligo di prestazioni notturne straordinarie per il personale della manutenzione infrastrutture, dall’eliminazione di posizioni lavorative nei turni del movimento e circolazione, alla chiusura degli impianti di manovra e al trasferimento coatto del personale, dall’immobilità reddituale alla crescente insicurezza sui luoghi di lavoro; il tutto come esito di un preciso progetto della dirigenza politica e di FSI di smantellamento dell’impianto dei diritti acquisiti dei ferrovieri e di favoreggiamento del super sfruttamento dei lavoratori da parte del padronato privato .  

E’ dunque questo in estrema sintesi il quadro in cui, tra il 24 e il 27 novembre prossimo, i ferrovieri dovranno scegliere come rinnovare le proprie Rappresentanze, e in cui USB, sfidando le fortificazioni antidemocratiche erette a suon di accordacci e leggi infami da governo-padronato e sindacati collaborativi, nel solco della positiva affermazione in diversi settori del lavoro privato e soprattutto pubblico, si porrà come alternativa conflittuale alla logica collaborativa, e subordinata alle politiche di smantellamento produttivo delle più importanti società del gruppo FSI (RFI, Trenitalia, Cargo, Stazioni, Italferr,), di CISL-CGIL-UIL- OrSA- UGL-FAST.


Tutta l’USB è impegnata a sviluppare il suo radicamento nelle società del gruppo FSI e considerato il notevole riscontro che  già da tempo proviene dai ferrovieri su tutto il territorio nazionale, ritiene che il rinnovo delle RSU/RLS possa dare espressione a quella volontà, sotterraneamente ma, vastamente diffusa tra di essi di rompere con la logica del doppio filo tra gli interessi del management societario che punta alla totale privatizzazione e quelli di bottega, e spesso proprio personali, degli apparati organizzativi dei sindacati collaborativi.

Sostenere  e firmare le liste USB vuol dire prima di tutto dare un segnale di sfiducia ai sindacati responsabili del peggioramento delle condizioni di lavoro nelle ferrovie e  affermare la volontà di contrasto a quel blocco sindacal-padronale già pronto a portare nuovi colpi alle residue garanzie contrattuali dei ferrovieri, approfittando dei processi di riorganizzazione e di rinnovo contrattuale già in atto.

Far eleggere rappresentanti delle liste USB significherà ridare voce ai lavoratori, nella contrattazione e soprattutto per la sicurezza sul lavoro, che purtroppo è l’ambito dove le politiche di disoccupazione e dismissione organizzativa esprimono a pieno la loro distruttività.

Ecco dunque  l’opportunità offerta da questo attesissimo appuntamento di pratica democratica dei lavoratori: o si cambia passo o si abbassa ancora la testa e chissà da dove si dovrà riprendere il discorso tra qualche anno.