Riorganizzazione settore Manutenzione Infrastrutture RFI: ancora un giro di vite sulle condizioni di lavoro
Nelle settimane scorse i ferrovieri del settore Manutenzione Infrastrutture di RFI sono stati interessati da un’informativa dei sindacati firmatari sugli aspetti di base del loro contratto di lavoro; come, in particolare, gli orari e i nastri di lavoro giornalieri e settimanali e le giurisdizioni degli impianti di appartenenza.
Diciamo subito che le stesse modalità di questa informativa (messaggi sui telefoni privati dei loro iscritti) la dicono tutta sulla non volontà di queste OOSS a mettere in campo un’adeguata mobilitazione dei lavoratori interessati contro l’affondo delle politiche managerial-padronali sull’obiettivo di flessibilizzare al massimo e a costo zero il rapporto di lavoro nel settore della manutenzione infrastrutture.
Per questo riteniamo necessario che gli stessi lavoratori assumano le proprie responsabilità avviando una campagna di denuncia sulla loro annosa esclusione dalla vita sindacale e pretendano fermamente che gli esponenti e i rappresentanti nelle RSU di queste OOSS cessino di ostacolare la partecipazione attiva dei lavoratori e favoriscano da subito, su tutto il territorio nazionale, l’avvio di una campagna di assemblee (durante l’orario di lavoro), per stabilire nuovi impegni con i lavoratori stessi in difesa delle condizioni di lavoro nel settore.
La nostra organizzazione, avendo aderito all’Accordo Interconfederale del 10 gennaio 2014, dal 2015 è presente nelle RSU di varie Unità Produttive di RFI e Trenitalia; in particolare nel settore della Manutenzione Infrastrutture di RFI è impegnata da sempre proprio sull’obiettivo di restituire voce ai lavoratori attraverso l’indizione sistematica delle assemblee, in questo ostacolata, con millanta sotterfugi, dalla suddetta volontà contraria dei sindacati firmatari.
A fronte di questa realtà che, oltre a favorire l’avanzamento delle politiche managerial-padronali nel settore, ha prodotto una gravissima dequalificazione della capacità sindacale dei lavoratori interessati, e della loro facoltà di intervento in difesa delle tutele contrattuali acquisite nonché per la rivendicazione di migliori condizioni per la salute e la sicurezza sul lavoro, economiche e professionali, siamo impegnati a raccogliere e a organizzare le indicazioni di dissenso che giungono diffusamente dai lavoratori su tutto il territorio nazionale del settore, e a partire dai prossimi giorni organizzeremo delle assemblee on line (aperte a tutti i lavoratori interessati) per aprire un percorso di mobilitazione da contrapporre alla facile avanzata delle pretese societarie e aziendali.
Ci corre per altro obbligo di denunciare quanto accaduto lo scorso 14 aprile nella DOIT Roma, dove un incontro programmato di informativa aziendale è stato trasformato, all’impronta, in ciclo negoziale (con relativa sottoscrizione, da parte di una striminzita maggioranza RSU, di tre righe di accordo) da cui è scaturita inopinatamente l’esigibilità aziendale di programmare prestazioni di lavoro diurne sul sabato e la domenica; questo significa non solo aver colpito le tutele dei lavoratori della DOIT Roma, ma aver dato una spallata alla tenuta di una possibile opposizione sindacale sul tavolo nazionale per la riorganizzazione del settore.
Chiamiamo dunque tutti i lavoratori interessati a un impegno che solo loro in queste condizioni possono assumersi;
CONTRO
- la pretesa managerial/padronale di disporre, a costo zero e con sempre meno limiti, del tempo di vita dei lavoratori;
- l’incremento del lavoro notturno senza adeguate protezioni e valutazioni del rischio;
- la logica dello smantellamento delle tutele contrattuali attraverso gli accordi nazionali di settore e la contrattazione territoriale;
PER
- la stipula di un contratto nazionale di lavoro che ristabilisca:
- effettive tutele per la salute e la sicurezza dei lavoratori del settore;
- certezza sui nastri di lavoro giornalieri e settimanali e sul riposo settimanale;
- incrementi stipendiali di almeno 300 euro netti sui minimi tabellari;
- riduzione dell’orario di lavoro settimanale a 36 ore;
- indizione immediata (e ripetuta sistematicamente) delle assemblee durante l’orario di lavoro;
- diffida politico-sindacale alle OOSS firmatarie dal sottoscrivere accordi di riorganizzazione del settore che prevedano ulteriori effettivi arretramenti nella condizione di lavoro, e a sostenere piuttosto giuste rivendicazioni di miglioramento di tali condizioni in un settore che negli ultimi anni si è ridotto al fanalino di coda del sistema industriale delle grandi imprese di servizio pubblico del Paese.
Il cosiddetto PNNR sia occasione di avanzamento delle condizioni generali di vita dei lavoratori non del loro ulteriore arretramento a vantaggio dei profitti privati d’impresa!
Liberarsi dal giogo della delega in bianco ai sindacati firmatari!
Esprimere libera e adeguata rappresentanza nelle Rsu e sui posti di lavoro!
Partecipare attivamente al progetto e all’azione sindacale!
Contatta i rappresentanti di USB Ferrovie, sostieni il sindacato che serve ai lavoratori!
Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato - Attività Ferroviarie