Roma: "Non paghiamo il debito di Atac e Acea"

Roma -

Le iniziative di ieri 6 dicembre presso la stazioni della metropolitana di Piramide e Ponte Mammolo che ha visto mobilitare i lavoratori del trasporto pubblico locale dell'Unione Sindacale di Base insieme agli studenti universitari, medi, precari, il movimento dei Blocchi Precari Metropolitani, i movimenti per l’acqua pubblica, alcune associazioni di pendolari e utenti della mobilità romana e del Comitato No Debito rappresenta la punta avanzata di una mobilitazione cittadina a difesa del diritto alla mobilità.

 

“Si ha la pretesa di aumentare le tariffe e tagliare il servizio continuando a penalizzare la fascia più debole della società senza prospettare alcun intervento per mettere in sicurezza ed efficienza un servizio essenziale come quello della mobilità”

 

A dichiararlo è Raniero Di Silvio, struttura sindacale USB della società di Trasporto extraurbano della regione Lazio, CO.TRA.L;

 

“Le continue condizioni di sovra affollamento con cui viaggiano le vetture aziendali mettono in pericolo costante l'incolumità degli utenti e dei stessi lavoratori; su quest'ultimi l'azienda tenta di far ricadere anche le responsabilità penali delle condizioni in cui verte il servizio tant'è che da un lato si emanano comunicazioni di servizio che indicano il rispetto del codice della strada e delle normative che regolano il trasporto di persone, dall'altro non si consegnano ai lavoratori gli strumenti per far si che questo sia praticabile. Il risultato è che nelle ore di punta ci si ritrova a trasportare pendolari in condizioni paragonabili a carri bestiame sia attraverso le arterie cittadine principali che sulle tratte autostradali. Non può essere demandato al conducente il compito di scontrarsi con l'utenza in quanto in tali casi le uniche soluzioni sono o quella di rafforzare il servizio con più mezzi o lasciare a piedi centinaia di cittadini che debbono recarsi al lavoro o tornare a casa dopo di esso. Se la mal gestione delle società di TpL ha creato debiti non possono essi ricadere sulle spalle dei lavoratori ne delle categorie sociali più deboli ne tanto meno giustificare la svendita del bene comune e la privatizzazione dei servizi pubblici.”

 

Per l'Unione Sindacale di Base la giornata di mobilitazione del giorno 6 dicembre è solo l'inizio di una vertenza ampia, cittadina che continuerà a vedere i lavoratori del settore, i cittadini, gli studenti a rivendicare un dato fondamentale:

 

il debito lo paghi chi lo ha creato!