SAREMAR: ANCORA UNA VOLTA SI VOGLIONO PENALIZZARE I LAVORATORI
Sembrava che tutte le garanzie di cui si vantava l’assessore ai trasporti della regione Sardegna, inerente l’iter per l’affidamento del servizio di linea marittima per le isole minori, non avrebbe portato strascichi di nessun genere, salvo il fatto molto importante per noi, quello della tutela dei diritti dei lavoratori.
Infatti ci giunge questa novità assai al quanto strana, quella che vedrebbe due aspetti per noi poco chiara riguardante l’assorbimento di una parte del personale ex SAREMAR non più garantendogli lo stato di diritto del contratto a tempo indeterminato, frutto di molte lotte sindacali, ma bensì con contratto a tempo determinato denominato a viaggio, il tutto ipotecando incertezze sul futuro lavorativo.
Altro aspetto, quello che vedrebbe circa venti lavoratori assorbiti da un’altra società che dal primo aprile opera sulla tratta per la Corsica, anche qui a tempo determinato. Queste erano le garanzie sullo stato di diritto del mantenimento dei livelli occupazionali?
Con quali criteri ci domandiamo si è deciso di scorporare una parte dei lavoratori da una società che bene o male per 9 anni beneficerà di oneri di servizio pubblico ad un'altra che invece e di libero mercato?
Sono stati cancellati con un colpo di spugna alcuni aspetti contrattuali:
1) tutela di tutto il personale navigante in tutte le sue parti di assorbimento ad altro gestore.
2) criteri di smistamento ad altra società' di altri lavoratori ex SAREMAR, per noi discriminante.
3) passaggio con gli stessi diritti maturati negli anni
4) promozioni non tenendo conto di anzianità e note.
Oggi paghiamo l'assenteismo e la superficialità nella quale la politica di oggi e degli ultimi anni, ha affrontato il problema delicato della continuità marittima per le isole minori sarde e dei suoi lavoratori. Si è perseverato nelle decisioni sbagliate sull'istituzione della flotta sarda, all'epoca l'attuale assessore consulente in merito, svestendo una società come la SAREMAR del suo ruolo importante sino ad allora nei servizi di collegamento per le isole minori, portandola al concordato fallimentare per risanare i milioni di euro di debiti della flotta sarda, con un unico e strano fattore: la SAREMAR è sempre stata con bilancio positivo.
Una vicenda che grida vendetta, una vicenda che per questo travagliato percorso confuso merita l'attenzione di tutti gli organi di vigilanza preposti in simili contesti. Oggi non pagano purtroppo i colpevoli di tali decisioni che sono ricadute negativamente sui lavoratori.