Sav smentisce l'Enac e la Provincia

5 dicembre 2007 - La Nuova Venezia

 

«Non abbiamo ritirato la procedura di mobilità in aeroporto»

 

Venezia - E’ rientrato, ieri mattina, all’aeroporto Marco Polo, l’annunciato «blocco ad oltranza» dei servizi di terra forniti alla compagnie aeree dalla Sav, l’handler che ha avviato la procedura di mobilità per 140 dipendenti. Di comune accordo, i sindacati confederali ed autonomi hanno deciso di non ripetere la protesta che già nel pomeriggio del giorno precedente (lunedì) ha causato ritardi e cancellazioni di voli. In calendario resta lo sciopero di 24 ore indetto per venerdì 14 dicembre dal Cub-Trasporti. La protesta, con blocchi alle rampe di smistamento dei bagagli, potrebbe, in ogni caso, riesplodere in qualsiasi momento. Malgrado l’avvio del «tavolo delle regole» - che mette insieme Provincia, Enac, sindacati, Save, handler (Sav, Aviapartners) - i dipendenti di Sav temono di restare senza lavoro alla scadenza dei contratti di servizio della Sav, con le compagnie Alitalia e Lufthansa che dal 1º gennaio utilizzeranno i servizi di un altro handler, Aviapartners.

Sav, da noi interpellata, ha confermato di non aver ritirato la procedura di mobilità, in quanto la continua a ritenere «del tutto legittima valida e necessaria per garantire i lavoratori». Una posizione ribadita più volte, malgrado l’assessore provinciale al Lavoro, Alessandro Sabiucciu, non abbia dato parere favorevole in quanto la «ritiene illegittima», davanti al fatto che esiste un contratto che prevede il passaggio diretto, a parità di trattamenti, dalla società che perde il contratto di handling (Sav), a quella che lo acquisisce (Aviapartners).

La conferma della procedura di mobilità, smentisce quindi lo stesso «tavolo delle regole», che nel verbale della riunione dell’altro ieri - firmato dall’assessore Sabiucciu e dal direttore di Enac, Valerio Bonato, ma non da Sav - sia indicato, testualmente che - «si pende atto della dichiarazione di Sav relativa alla revoca della procedura» di mobilità o licenziamento collettivo, che dir si voglia, prevista dalla legge».(g.fav.)