SCIOPERO ATAC: TOMASELLI (USB), RIENZI SI SCAGLIA CONTRO I LAVORATORI MA DIMENTICA DI AVERLI RAPPRESENTATI
"Se non si difende un diritto costituzionale significa che la democrazia è veramente sfregiata"
“Come al solito, dopo uno sciopero riuscito, aziende, amministratori, dirigenti, politici e gran parte dei media si accaniscono contro i lavoratori e il sindacato, rei, secondo loro, di scioperare ‘strumentalmente’, recando danni ai cittadini e non comprendendo la situazione delle aziende”, osserva Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo Nazionale USB.
“Ma la strumentalità è proprio questa – prosegue Tomaselli - utilizzare i cittadini come scudo contro i lavoratori, che nella maggior parte dei casi, e questa volta in Atac ancor di più, difendono soprattutto il servizio pubblico, attaccato da avvoltoi pronti a privatizzare tutto, a depauperare il patrimonio pubblico, a ridurre conseguentemente la qualità dei servizi e, se possibile, anche i livelli di sicurezza”.
Aggiunge il dirigente USB: “Poi si attacca il diritto di sciopero e, seguendo la linea del ‘grande timoniere’ Renzi, ci si precipita a dichiarare che servono norme più severe, se non l'abolizione del diritto costituzionale dello sciopero, per difendere i diritti delle aziende e dei profitti a danno dei lavoratori e del bene pubblico”.
“Questa volta si unisce al coro anche un'associazione degli utenti, il Codacons, che si affretta a parlare di ‘uno schiaffo dei lavoratori agli utenti’ e a chiedersi il perché non ci sia stata la precettazione dello sciopero in Atac. Una posizione che stupisce – evidenzia Tomaselli - anche perché il presidente del Codacons, l'avv. Carlo Rienzi, oggi così pesante con chi lavora, è stato qualche anno fa un avvocato che difendeva i lavoratori che aderivano al nostro sindacato in Alitalia (l'allora SULTA), proprio contro l'azienda, la Commissione di Garanzia e il Governo”.
“Ci si dimentica spesso del proprio passato, ma il passato non si dimentica mai di noi – conclude Tomaselli - difendere un diritto costituzionale è compito fondamentale e prioritario in una democrazia. Se ci si dimentica questo, vuol dire che questa democrazia è veramente ferita”.