Sciopero trasporto locale, USB rilancia la lotta per la sicurezza e il reddito

Nazionale -

I lavoratori autoferrotranvieri hanno risposto in modo determinato alla proclamazione dello sciopero nazionale di 4 ore giovedì 18 giugno, indetto da USB Lavoro Privato a causa della mancata tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, della completa assenza di misure a sostegno dei lavoratori del settore da parte del governo, e in difesa della natura pubblica dei servizi pubblici essenziali.

 

La mobilitazione ha saputo sfidare il diffuso quanto ingiustificato ricorso agli ammortizzatori sociali, che tuttora vedono una grande parte degli operatori del settore, in particolar modo le aziende private, fare i conti con pesanti tagli al salario.

 

Il 50% del personale viaggiante della città di Trieste e Gorizia ha incrociato le braccia; a Trento importante adesione del 30% del settore ferroviario dove, oltre al settore gomma, hanno scioperato il 30% degli operai degli impianti fissi ed officine.

 

A Modena, nonostante le numerose mobilitazioni per gli scioperi aziendali che hanno impegnato i lavoratori tutti, l'80% dei mezzi sono rientrati nella rimessa; il 50% a Bologna, il 20% a Ferrara.

Sono il 25% dei naviganti della ACTV di Venezia che hanno scioperato mentre a Milano il10% dei lavoratori della Movibus e Ferrovie Nord Milano hanno fermato i mezzi. In Piemonte, impossibilitati a scioperare i lavoratori GTT, si registrano adesioni del 20% in Buscompany e del 35% in Allasia.

 

Adesioni rilevanti a Livorno, dove a fermare il servizio è stato l'80% dei lavoratori. A Perugia hanno scioperato il 60% dei lavoratori del servizio urbano della società SITA NORD, mentre nel servizio extraurbano della Regione Umbria si sono fermati il 20% dei mezzi. Nelle Marche adesioni del 25% a Pesaro Urbino e del 29% a Fermo.

 

A Roma, dove lo sciopero nazionale era concomitante con la mobilitazione territoriale indetta dalle nostre strutture insieme all'Or.S.A. TPL, hanno incrociato le braccia il 70% dei lavoratori delle linee metropolitane e il 40% del servizio su gomma.

 

Napoli ha visto fermarsi il 20% delle linee di superficie e la chiusura della funicolare, mentre nella Regione Puglia si è fermato il 20% del servizio delle Ferrovie Appulo Lucane e dei collegamenti regionali su gomma.

 

Adesione del 10% dei lavoratori in Calabria e Sicilia dove, così come in altre regioni, l'attivazione strumentale dei fondi bilaterali di solidarietà vede lasciare a casa una enorme quantità di lavoratori ai quali non viene neanche anticipata la quota del salario dopo 5+9 settimane di cassa integrazione.

 

La situazione è pesante e testimonia in modo inequivocabile la necessità di costruire un piano più alto di organizzazione dei lavoratori dei trasporti, che sappia rispondere a tali aggressioni affinché vengano battute le politiche della privatizzazione selvaggia dei servizi essenziali, e avviare un Piano Nazionale dei Trasporti pensato e costruito per i bisogni del Paese.

 

L'Unione Sindacale di Base rilancia “Trasportiamo Diritti”, la piattaforma di proposta contrattuale nazionale del settore nella quale queste tematiche sono affrontate in modo approfondito con l'obbiettivo di rimettere al centro la qualità della mobilità cittadina e la qualità del lavoro; rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore.

 

 

Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato - Trasporti