Sciopero Trentino Trasporti: NO ai ricatti
Un altro dei punti fondamentali è il precariato, la conferma dei 10 dipendenti è un primo risultato parziale dello sciopero ed è solo la punta dell'iceberg; infatti all'interno della società vi sono 150 dipendenti con contratto a tempo determinato, sul cui futuro vi è una nebbia che non gli permette di programmare nulla.
Allo sciopero hanno ampiamente aderito i lavoratori autoferrotranvieri (90% su urbano di Trento), indetto contro la disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale di secondo livello, la perdita dei 24 minuti ad agente unico, (perdita dei quali comporterebbe un aumento del nastro lavorativo dei lavoratori con la conseguenza di un aumento dello stress) ma soprattutto la perdita dei dettami che regolano la formulazione dei turni.
Un altro dei punti fondamentali è il precariato, la conferma in servizio dei 10 dipendenti è un primo risultato parziale dello sciopero ed è solo la punta dell'iceberg; infatti all'interno della società vi sono 150 dipendenti con contratto a tempo determinato, sul cui futuro vi è una nebbia che non gli permette di programmare nulla.
Un'altra delle richieste alla base dello sciopero del giorno 8 gennaio è quella dell'avvio di una trattativa per rinnovare il contratto aziendale, inserendoci una normativa aziendale che elimini l'allegato 4 del CCNL sul risarcimento del danno.
Durante lo sciopero si è svolto un presidio sotto la sede del Servizio Trasporti Pubblici, che ha gli uffici sopra la stazione delle autocorriere di Trento, ove si è chiesto un incontro con il dirigente del servizio il Dott. Roberto Andreatta, che però si è rifiutato di incontrare i lavoratori adducendo scuse quale il fatto che lui non è l'interlocutore adatto e barricandosi chiudendo a chiave la porta dell'ufficio, lasciando i lavoratori fuori, parlando successivamente solo con i giornalisti presenti, un atto (quello di non parlare con i lavoratori) di arroganza inaccettabile, che dimostra lo spregio nei confronti delle giuste e sacrosante rivendicazioni, inoltre ricordiamo a questo signore il ruolo che ha avuto nella stesura dell'accordo “capestro” rifiutato dai lavoratori.
Infatti, lo stesso dirigente è l'interlocutore in quanto è dirigente del servizio che regola il Trasporto Pubblico Locale ed è dirigente della PAT, azionista di maggioranza di Trentino Trasporti Esercizio.
Inoltre non possiamo esimerci dal rispondere a quanto affermano i sindacati confederali in relazione sia alla vertenza che allo sciopero e le sue ragioni; infatti con le dichiarazioni rilasciate alla stampa dimostrano la loro connivenza con la direzione aziendale (la sola disdetta unilaterale avrebbe dovuto farli salire sulle barricate a difesa dei diritti dei lavoratori) e che la loro credibilità è come la neve nel deserto, ovvero inesistente.
La Democrazia chiede il rispetto del voto dei lavoratori e di non aprire una nuova trattativa sui contenuti già bocciati dal voto degli autisti senza modificare l'impostazione ed i contenuti.