Strage di Viareggio, USB: nessuna prescrizione per Moretti, ora fare giustizia. Martedì 12 presidio in piazza Indipendenza a Roma
Il peggiore scenario prevedibile si è avverato con la sentenza della Corte di Cassazione che venerdì 8 gennaio ha dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo plurimo per quasi tutti gli imputati nel processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009.
Solo per l'ex amministratore delegato del gruppo FSI Mauro Moretti la prescrizione del reato non è scattata in virtù della sua rinuncia al beneficio per l'imputazione di incendio colposo, prescritta nel 2018, rinuncia che i giudici hanno estesa anche agli altri reati prescrivibili, forse per un vizio di forma nella richiesta precedente. Moretti sarà quindi di nuovo giudicato per omicidio colposo, con rideterminazione della pena, senza tuttavia l’aggravante dell’incidente sul lavoro, non riconosciuta dalla Cassazione, con ricadute catastrofiche sulla sentenza della Corte di Appello di Firenze.
Alle ore 23,48 del 29 giugno 2009 il gas propano liquido, fuoriuscito da una delle cisterne squarciatasi nel deragliamento del treno che viaggiava a 100 all'ora transitando nella stazione di Viareggio, esplose incendiando le abitazioni limitrofe e causando la morte di 32 persone:
la pronuncia di venerdì della Cassazione cala come una mannaia sulle aspettative dei familiari delle vittime, che speravano di veder fatta giustizia dopo un iter giudiziario durato più di 11 anni.
Nell'esprimere la massima solidarietà ai familiari delle vittime e alle associazioni dei cittadini di Viareggio, e nell'attesa delle motivazioni del dispositivo di giudizio, USB si associa a tutti loro nella denuncia per una sentenza che ha passato un colpo di spugna inaccettabile sulle responsabilità dei massimi vertici delle ferrovie italiane, annullando l'aggravante della violazione sulle norme per la sicurezza sul lavoro associata al reato di omicidio colposo plurimo.
L'annullamento delle condanne precedenti (7 anni per l'ex a.d. Moretti) e il rinvio a nuovo processo di appello, alla luce del depotenziamento dell'impianto accusatorio operato dalla Corte di Cassazione, è un pessimo segnale per le aspettative, oltre che dei familiari delle vittime della strage, di tutti quanti sono impegnati per la giustizia, la verità e la sicurezza nei territori come nei luoghi di lavoro, in cui i lavoratori continuano a restare uccisi, come accaduto ancora giovedì 7 gennaio 2021, in un cantiere ferroviario di RFI a Jesi.
USB ribadisce il proprio impegno politico e sindacale per la denuncia e il contrasto delle collusioni tra politica, istituzioni e grande padronato nazionale, e a sostegno della battaglia di civiltà per l'affermazione della giustizia e della sicurezza, per i cittadini e per i lavoratori tutti. Per questo rilancia la lotta per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio nel lavoro e contestualmente organizza un
Presidio di protesta davanti al CSM
martedì 12 gennaio 2021 alle ore 15,00
in piazza Indipendenza a Roma
UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie
9-1-2021