"Sulle ali della dignità", il racconto delle lotte dei lavoratori per impedire la distruzione di Alitalia

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Dopo  anni di ricerca e di scrittura è stato completato il lavoro cui si è dedicato il nostro compagno Fabrizio Tomaselli nell'estate del 2017. Si tratta della ricostruzione della storia del sindacalismo di base in Alitalia, che lo ha visto protagonista insieme a tanti altri lavoratori dalla metà degli anni '80, con un focus particolare sugli assistenti di volo. Fatti e notizie, analisi e sensazioni, lotte e mobilitazioni, vittorie e sconfitte, errori e percorsi positivi. Tomaselli ha cercato di riprodurre la cronaca fedele di una storia infinita che è ancora oggi sotto i riflettori ma l'ha anche analizzata all'interno di un contesto sociale, politico e sindacale che si stava e si sta rapidamente modificando, come testimoniano i drammatici sviluppi di queste settimane. Una storia indagata e descritta dal punto di vista dei lavoratori e di chi negli anni ha costruito un percorso sindacale alternativo, di lotta, di base, di classe.

“Sulle ali della dignità” narra un percorso di vita e di militanza, e in parallelo le vicende di una grande compagnia aerea cui politica e malagestione hanno nel tempo tarpato le ali fino a metterne in pericolo la vita, e con essa quelle di decine di migliaia di lavoratori. Uno strumento di analisi di un'esperienza che ha contribuito a costruire il sindacalismo di base e l'attuale USB. La pratica dell'analisi è  fondamentale nel lavoro sindacale: alimenta e mantiene viva la memoria storica collettiva senza la quale il lavoro sociale rimane troppo spesso fine a sé stesso e legato esclusivamente al quotidiano. “Sulle ali della dignità” è dunque un ulteriore strumento che può essere utile in quella cassetta degli attrezzi utili a chi vuole capire la realtà, comprendere la natura dei mali che hanno afflitto Alitalia, analizzare la storia da vari punti di vista e lavorare ancora per cambiare questa società e questo mondo.

Il racconto è stato pubblicato inizialmente a puntate sul blog oggisivola.com e poi messa su carta. “Sulle ali della dignità”, è acquistabile oltre che su Youcanprint.it, nelle principali librerie on-line tra le quali La Feltrinelli, Kobo, Ibs.it, Mondadori, Amazon, Apple, Google play, Barnes&Noble.com, ecc., e su ordinazione anche in libreria.

Ne pubblichiamo un estratto.

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Dal Capitolo 26

“Con questo racconto ho tentato di attraversare decine di anni della mia vita lavorativa in Alitalia e dell’attività sindacale che ho svolto ininterrottamente sino al 2017. Un percorso che mi ha visto protagonista nella vicenda sindacale di Alitalia e del trasporto aereo, ma anche della nascita e dello sviluppo del sindacalismo di base in questo Paese. (…)

Sono sinceramente convinto che se insieme a Paolo, Lia, Carlo, Teresa, Lamberto, Anna, Gianni, Claudio e a pochi altri, in quei lontani anni ottanta, non avessimo iniziato a lavorare sindacalmente e poi a ideare quello che siamo riusciti a costruire insieme a tanti altri, la storia di Alitalia e di chi ci ha lavorato sarebbe stata diversa. Viste le tristi vicende che la compagnia ha vissuto in questi decenni qualcuno potrebbe alludere al fatto che forse sarebbe potuta andare meglio e attribuire alla nostra azione e alla forte conflittualità che si era sviluppata tra lavoratori e azienda i risultati negativi che oggi sono evidenti a tutti. Sarebbe però un’analisi superficiale, una “sentenza” monca, strumentale e figlia di questi tempi.

La mia lettura è invece che al netto degli errori che abbiamo commesso, delle carenze della nostra attività iniziale derivanti dall’inesperienza, del comportamento troppo rigido in alcuni casi e troppo poco rigido in altri e dalla scarsità degli strumenti a nostra disposizione, siamo riusciti ad ostacolare e ritardare di parecchi anni un processo di disgregazione industriale e sociale che per Alitalia era quasi scontato.

Il nostro lavoro, la forte presenza nel settore e in Alitalia, il consenso che abbiamo ricevuto che andava ben oltre il numero dei nostri iscritti e la determinazione con la quale ci siamo continuamente opposti alle aziende e ai vari governi che si sono succeduti, hanno imposto un rallentamento all’inevitabile tracollo dell’azienda determinato da errori manageriali indescrivibili e dalla mancanza di una politica industriale del settore degna di un paese come l’Italia. Ci siamo riusciti generando e favorendo corti circuiti politici e sindacali, fasi di lotta mai viste, deviazioni imprevedibili dalle solite pastoie sindacali e dai “rituali” propri del sindacalismo classico degenerato in vero e proprio collateralismo al potere aziendale e politico.

In alcune fasi siamo riusciti a bloccare delle operazioni di “ristrutturazione” che andavano ben oltre la razionalizzazione dei processi industriali e che prevedevano lo spezzettamento dell’azienda e l’abbandono di interi settori produttivi. Tutti processi che in seguito sono stati prima alla base del ridimensionamento e poi dell’annientamento produttivo di quello che è stato uno dei più grandi gruppi industriali italiani. L’obiettivo delle grandi compagnie europee e più tardi anche di quelle low cost era chiaro e lo è ancora oggi: appropriarsi del mercato del trasporto aereo italiano, un mercato ricco e ancora non del tutto sfruttato."