Torna l’ombra delle cooperative sul Porto di Trieste
È di martedì 20 dicembre la notizia che il servizio di guida delle navette all’interno del Molo VII del terminalista privato Trieste Marine Terminal verrà affidato dal terminalista stesso ad una cooperativa. Il servizio era fino ad oggi affidato ai lavoratori del personale dell’Agenzia per il Lavoro Portuale del Porto di Trieste (ALPT), i c.d. art. 17 della legge 84/94, a tutti quei lavoratori che avendo logorato la propria salute sulle banchine triestine e non essendo avviabili in mansioni pesanti prestavano servizio in lavori ausiliari come il navettaggio.
Con questo passaggio mancheranno circa 1.300 avviamenti l’anno che si trasformeranno con ogni probabilità in IMA, la cassa integrazione dei porti a carico dello Stato cioè di tutti i contribuenti e che metteranno in discussione il ruolo e la sostenibilità economica di ALPT stessa.
L’abbiamo già vissuto il periodo delle cooperative nel Porto che ha significato paghe basse, ricattabilità, alto numero di infortuni e sinceramente volevamo lasciarcelo alle spalle. Ci chiediamo se quell’epoca debba tornare per mano di chi ha già profitti da nababbo (vedasi gli utili di TMT in costante ascesa, anche in pandemia), dopo aver reintrodotto nel Porto di Trieste con l’ultimo accordo sindacale non sottoscritto da USB il cottimo individuale e che ancora non si accontenta attingendo alle paghe basse dei contratti delle cooperative.
Con l’Autorità Portuale stiamo discutendo da tempo di sicurezza, turnistica e di ampliamento degli spazi pubblici nel Porto di Trieste.
Oggi questa doccia fredda che mina alla base la stessa esistenza di ALPT, agenzia nata dalla volontà del presidente Zeno D’Agostino e con la finalità di stabilizzare il mercato del lavoro nell’ambito portuale, ci riporta all’inizio di un percorso della massima liberalizzazione del mercato del lavoro dello scalo triestino. Auspichiamo una chiara indicazione da parte dell’Autorità Portuale.
Auspichiamo altresì un rapido ritorno sui propri passi di TMT alla quale abbiamo già inviato opportuna richiesta d’incontro, altrimenti il varco 4 è lì che aspetta i lavoratori del Porto di Trieste a difesa del porto e a difesa dell’occupazione con salari giusti, sicurezza e stabilità del posto di lavoro.
p. Coordinamento Mare & Porti USB Federazione di Trieste
Massimiliano Generutti
Trieste, 21 dicembre 2022