TPER, la politica degli appalti spezzatino continua a fare danni
Ancora una volta abbiamo la conferma degli effetti negativi della politica aziendale di TPER sugli appalti interni: i servizi di manutenzione dei mezzi sono stati divisi in ben 23 lotti per almeno 61 lavoratori dipendenti più un numero imprecisato di lavoratori atipici.
In questi giorni abbiamo ricevuto allarmanti richieste di intervento da parte di lavoratori che si vedono recapitare lettere di licenziamento e contestualmente offerte di lavoro precario da parte di un’azienda subentrante nell’appalto. In queste ore stiamo registrando un inaccettabile scaricabarile tra TPER e le aziende coinvolte: la SMA, azienda uscente e la GP elettronica, azienda subentrante che si rende disponibile ad assumere tre lavoratori su undici e di questi tre solo due con contratto a tempo indeterminato.
Tra proroghe, clausole sociali inefficaci e spezzatini la condizione di precarietà implicita di per sé negli appalti viene così alimentata e resa di difficile gestione. Questa impostazione, che vuole essere motivata dall’esigenza di includere le piccole e medie imprese, si traduce in una situazione di incertezza per quanto riguarda diritti dei lavoratori, stabilità e qualità dei servizi.
Una vera e propria giungla che non favorisce, sempre se ve ne fosse la volontà, un efficace controllo aziendale del rispetto delle condizioni di lavoro e del rispetto del livello dei servizi resi. Un nodo importate in questo momento anche perché riguarda un settore strategico per il contenimento dell’epidemia.
La USB chiede alle istituzioni e agli enti locali soci dell’azienda TPER di dare una decisa inversione di tendenza a tali politiche aziendali.
USB Lavoro Privato Bologna