USB scrive al governo sul futuro di Alitalia/ITA: non sia un nuovo inutile acronimo, subito l’avvio del confronto
USB ha inviato una lettera ai ministri Gualtieri, De Micheli, Patuanelli e Catalfo, firmatari del decreto interministeriale di costituzione della nuova compagnia ITA, richiedendo l’avvio del confronto sulle linee guida del futuro piano industriale della società, che dovrebbe essere presentato entro l'8 novembre.
Il decreto indica il mandato al nuovo CdA, al presidente Caio e all'AD Lazzerini di costruzione del piano industriale entro 30 giorni, assumendo i 4 punti individuati nel lavoro svolto dalle tre società consulenti scelte dal MEF: un piano industriale di 5 anni (2021-2025), la gradualità di crescita dovuta ai pesanti effetti legati al Covid-19, un assetto societario a gruppo, la nazionalizzazione adesso per aprire in futuro all'ingresso di altri investitori privati.
Punti che sollevano più che di qualche preoccupazione soprattutto perché non è ancora chiaro quali saranno le dimensioni aziendali e la flotta a regime della nuova compagnia e abbiamo il timore di una riedizione di piani fallimentari già visti in passato
Riteniamo non ci sia tempo da perdere e bisogna da subito affrontare i temi più caldi sui quali più forti sono le preoccupazioni:
- la vera discontinuità necessaria è quella netta con le gestioni e i piani industriali del passato puntando allo sviluppo;
- l'occupazione intesa sia come garanzie per gli attuali dipendenti sia come ricollocazione per altri lavoratori del settore e stabilizzazione per i precari del gruppo Alitalia;
- si devono reinternalizzare le lavorazioni cedute all'esterno, a partire dal settore manutentivo, all'interno di un'unica azienda e non in società separate di cui non si conosce ancora nulla. Tra l'altro l'assetto Holding non è lo strumento adeguato per aziende che non siano di grandi dimensioni;
- la necessità di aprire subito un tavolo concomitante per un quadro di nuove regole nel trasporto aereo e di strumenti urgenti per gestire questa drammatica fase.
Prendiamo atto delle ultimissime dichiarazioni della ministra De Micheli sulle garanzie occupazionali, ma finora le modalità seguite per la nascita del nuovo soggetto, incluso il tentativo di riproporre vecchi schemi sindacali fallimentari anche tramite comitati “endoconsiliari” non rappresentativi che spuntano nello statuto, non ci lasciano affatto tranquilli
Un investimento pubblico di queste dimensioni deve avere l'obiettivo di far diventare l'Alitalia nazionalizzata l’opportunità di riappropriazione di un mercato che tornerà ricco, imparando dagli errori del passato, affinché questa sia davvero la nuova compagnia che rilancia il trasporto aereo italiano e non solo un nuovo inutile acronimo.
Unione Sindacale di Base – Trasporto Aereo