USB, settore mare, scrive al Presidente della Compagnia Italiana di Navigazione
Egr. Presidente,
L’Unione Sindacale di Base nel periodo in cui lei era intento ad acquisire l’intera proprietà di Compagnia Italiana di Navigazione di cui, tra l’altro, era già un importante socio, a differenza di altri, pur seguendo l’intera vicenda con interesse, non è mai entrata nel merito della scalata ritenendo che non è compito del sindacato entrare nelle dinamiche azionarie, né, tanto meno, negli scontri personali tra soci, o nelle prese di posizione nettamente avverse di alcuni personaggi, anche di parte sindacale, che tante volte hanno vergognosamente accompagnato il passaggio di mano dalla vecchia alla nuova gestione.
Ora che i giochi sono fatti, e da alcuni mesi lei guida il destino di Compagnia Italiana di Navigazione, riteniamo sia opportuno un franco confronto su azioni, decisioni e comportamenti che francamente ci preoccupano e pongono alcuni gravi interrogativi.
Abbiamo apprezzato i suoi propositi della prima ora: moralizzazione, più voce ai lavoratori, stabilizzazione del personale, soluzione della problematica delle sentenze del Tribunale di Napoli favorevoli ai lavoratori, rinnovo del contratto aziendale e molto altro ancora che purtroppo, restano oggi solo buoni propositi.
Per lucidità politica sappiamo bene che certe sue dichiarazioni erano e sono parte di una strategia funzionale ai suoi obiettivi d’impresa tuttavia, ciò che sta prendendo forma nel cono d’ombra delle sue prese di posizione, non è per noi accettabile sul piano etico, sindacale e giuridico.
Egr. Presidente, Lei conosce la nostra storia, le nostre lotte alla vecchia Tirrenia di Pecorini-ana memoria come noi ricordiamo la sua battaglia contro gli “aiuti di stato” e contro i suoi ex-soci in CIN. Nel sentire le sue dichiarazioni sul “Registro Internazionale” dobbiamo sottolineare come questa è stata da sempre una nostra battaglia e oggi ci chiediamo: all’epoca era troppo soffocante la sua associazione in CONFITARMA? Oppure oggi come allora gli interessi dei lavoratori restano rappresentabili sono da un sindacato libero ed indipendente?
Oggi in Compagnia Italiana di Navigazione alcuni dirigenti, fin troppo noti, utilizzano questo “status” per promuovere una nuova associazione che armata di buoni propositi formali prefigura un palese conflitto d’interesse soprattutto sul piano etico.
Per dovere di cronaca riportiamo le seguenti informazioni che ci arrivano dai lavoratori:
questi dirigenti svolgerebbero a bordo delle navi CIN azione antisindacale chiedendo al personale marittimo la cancellazione dal sindacato. Inoltre ci risulta un costante e quotidiano flusso di marittimi “affamati di lavoro”, che ricevuti dagli stessi personaggi presso la sede napoletana della CIN, vengono inquadrati nell’oramai pletorico “Turno Particolare Stagionale”.
Egregio Presidente, nel ricordarLe che è sua responsabilità tutelare i principi costituzionalmente garantiti dei lavoratori e della loro rappresentanza sindacale, visto il basso profilo delle relazioni sindacali di Compagnia Italiana di Navigazione, Le scriviamo questa nota nel tentativo di avere quanto prima un confronto diretto, leale e senza infingimenti per affrontare i gravi motivi di preoccupazione.
Le domande che richiedono urgenti risposte sono molteplici e vanno da questioni generali quali i preoccupanti riflessi, anche sul piano commerciale ed occupazionale , dello scontro in atto con il vertice di Confitarma, all’arroganza nelle relazioni con il personale del suo gruppo dirigente in CIN, dal disagio degli equipaggi per la qualità della vita a bordo, alla mancata apertura delle trattative per il contratto di secondo livello, dalla progressiva spoliazione della presenza industriale della ex Tirrenia, in danno della città di Napoli, alla mancata stabilizzazione in CRL del personale marittimo.
L’Unione Sindacale di Base crede nel confronto quale strumento per risolvere i problemi ma a condizione che tra le parti vi sia rispetto, e reciproca responsabilità.