USB Taxi scrive al sindaco Gualtieri: inaccettabile il silenzio sul Ddl Concorrenza
L’Unione Sindacale di Base, settore Taxi, ha inviato al sindaco di Roma Roberto Gualtieri la lettera aperta che segue.
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Signor Sindaco,
la nostra Organizzazione Sindacale è da sempre impegnata nella difesa dei lavoratori del Settore Taxi e nella tutela dell'utenza che si rivolge al nostro servizio pubblico essenziale. La condizione lavorativa specie nell'ultimo periodo, è stata particolarmente pesante. Questo non solo per la crisi sanitaria che ha attraversato il nostro Paese, nella quale ci siamo sostanzialmente, come spesso accade, districati da soli, ma anche per una serie di attacchi alla natura e alla struttura del nostro servizio portata avanti da lobby finanziarie che anche con il supporto di esponenti politici, ci sta costringendo ad una complessa battaglia. In tutto questo possiamo affermare senza scrupolo alcuno, che Lei non ha detto assolutamente nulla. Eppure, in virtù delle sue competenze e dell'incarico che oggi ricopre, ne avrebbe di cose da dire.
Forse un primo stimolo potrebbe trovarlo in quanto sndaco della città con il più alto numero di taxi in Italia. Roma ha circa 7800 taxi. Il nostro servizio così come stabilito nella normativa vigente (all'art.1) svolge funzioni complementari e integrative del trasporto pubblico locale di linea, l'importanza di questa funzione è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, vista la situazione trasporto pubblico di Roma.
Una funzione ben nota a chi amministra questa città visto quanto spesso i taxi vengono impiegati quasi in funzione sostitutiva di metro e bus. Basta pensare alle interruzioni sulla della linea metro B, oppure al ruolo di parafulmine che ci viene assegnato quando si vogliono evitare problemi ai mezzi pubblici comunali, l'ultimi esempi sono state le partite di calcio.
Eppure, da parte sua sul Ddl Concorrenza non c'è stato altro che un fragoroso silenzio.
Allora le scriviamo questa lettera aperta, per cercare se è possibile superare il suo mutismo, che rischia di sfociare in complicità.
Partiamo da alcune evidenze innegabili.
Come sa bene non è vero che siamo davanti ad una normativa obsoleta, in quanto invece c'è stato un intervento legislativo approvato dal Parlamento e pubblicato in Gazzetta Ufficiale tre anni fa nel febbraio 2019 (Legge n.12/2019) che ha concluso una difficile riforma del settore. Lei converrà che secondo la legislazione italiana, sostanzialmente la pubblicazione in GU, rappresenta un elemento incontrovertibile in termini costituzionali. Non rimane altro da fare quindi che i decreti richiesti in quella stesura.
Scorrendo la sua biografia politica non possono non notare due aspetti, molto legati a questi eventi:
- Lei è considerato uno dei massimi esperti per le normative europee (non solo economiche), tanto da esser nominato da riviste del settore, come un legislatore straordinario. Record e elogi si sprecano sulla sua persona. Eppure, nonostante la carica che ricopre e tanta competenza, resta in silenzio riguardo le falsità riguardo il concetto che sarebbe l'Europa a chiederlo. Lei sa meglio di noi, quanto fissato al comma 22 della Direttiva EU 213/2006 (nota come Bolkestein) e ripreso nel decreto ministeriale n.59 del 2010 (applicazione di tale direttiva), dove si esplicita l'esclusione dei taxi (come le ambulanze) dal mercato interno.
- Durante il suo incarico di Ministro dell'Economia e delle finanze, il Consiglio dei Ministri il 16 ottobre 2019, ha approvato il decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria. Uno dei provvedimenti, da Lei fortemente voluto, era relativo a un inasprimento delle misure di contrasto riguardo i grandi evasori. Eppure, anche in questo caso non una parola contro chi vuole garantire una dissennata speculazione a soggetti che basano il loro business su queste procedure. Scatole cinesi o matrioske sono i termini (a lei più chiari che a noi semplici lavoratori), usati per definire gli schemi con i quali queste società multinazionali, hanno reso vano ogni tentativo di tassazione nei loro confronti, danneggiando Paesi come l'India, la Spagna, la Grecia, l'Irlanda, l'Australia, la Nuova Zelanda, ma anche l'Italia.
Dati spesso resi disponibili da organismi economici indipendenti (in Italia si preferisce appunto il silenzio), che quantificano in maniera lampante i danni procurati.
Oltre a questi meccanismi sa come si struttura il loro business? I fondi d'investimento devono essere valorizzati, stiamo parlando di speculazione finanziaria, non di bilanci familiari come per i tassisti.
Avviene attraverso algoritmi studiati per moltiplicare istantaneamente, ogni variazione tra domanda e offerta, al fine d'incrementare i margini di profitto, trattenendo una significativa percentuale esentasse. Basta una nevicata, una partita di calcio, un evento musicale, ma anche un attentato o una catastrofe climatica e queste società mettono in campo uno strangolamento dell'utenza che farebbe accapponare la pelle perfino a Bernard Madoff.
I tassisti invece operano amministrati dai Comuni, semplicemente con il tassametro. Con una tariffa così immobile che non ci sono stati riconosciuti a pieno nemmeno gli aumenti Istat conformati da regolamento, costringendoci come Organizzazione Sindacale a percorsi legali costosi e complessi. Una tariffa che non è decisa dai tassisti ma organizzata dai Comuni, come quello che Lei rappresenta. Così facendo è possibile per le Amministrazioni delle città, attraverso il nostro servizio, sopperire anche a quelle situazioni che per loro sarebbero antieconomiche, mentre per i taxi vige l'obbligo di prestazione, sia in termini di destinazione comunale che di orario. Una tariffa che non può variare nemmeno a fronte del quotidiano "caro carburante".
In tutta onestà quindi ha senso parlare di concorrenza nei taxi?
Le vogliamo infine ricordarle il ruolo sociale che il nostro servizio garantisce. Pensiamo al trasporto disabili a tariffe prestabilite, ai buoni taxi che da ottobre ancora non vengono pagati, agli sconti sociali per le donne che dopo le 22 rientrano a casa, o a quelli verso gli ospedali che come tassisti applichiamo, al servizio H24 che anche durante la fase più acuta della pandemia abbiamo garantito.
Ecco alcune delle motivazioni che rendono incomprensibile il suo silenzio, a meno che non si voglia pensar male, ritenendolo una sorta d'ordine di scuderia del suo partito di riferimento. Uno strumento con il quale predisporre la trasformazione di un servizio pubblico, nell'ennesima macelleria sociale apparecchiata per agevolare gli squali della finanza internazionale con danno a chi lavora per vivere, e per l'utenza che si rivolge ad un servizio indispensabile.
Restare in silenzio quindi non è accettabile. Auspichiamo che questa lettera aperta possa trovare spazio su quei media che come Lei colpevolmente sono silenziati o silenziosi, far breccia nel muro di gomma che ci circonda, provando a far comprendere anche alla cittadinanza che si rivolge tutti i giorni al nostro servizio pubblico essenziale (definizione stabilita da un'altra legge dello Stato, la n.146/90), le motivazioni di quella che è sempre più una battaglia di civiltà.
Un famoso teologo salvadoregno, Monsignor Oscar Romero riprendendo una frase di B. Brecht diceva: «Quando l'ingiustizia diventa legge ribellarsi è un dovere!»
Le possiamo assicurare, come già fatto in passato, che noi siamo disposti a intraprendere quel cammino.
USB Taxi
6 giugno 2022