Vertenza sul Trasporto Aereo: Restituita la voce e la rappresentanza a migliaia di lavoratori
Ieri 20 novembre, presso il Ministero delle Infrastrutture, si è svolta una riunione che USB chiedeva da molto tempo: per la prima volta dal 2009, alla presenza del sottosegretario, si è aperto un tavolo di confronto tra governo e i sindacati che nella realtà rappresentano in modo maggioritario le categorie di questo settore, Anpac, Avia, Anpav, Atm PP, Cub Trasporti, USB.
Il ministero si è detto favorevole a proseguire il dialogo convocando unitariamente tutte le sigle del settore, OO/SS confederali incluse, il 28 novembre p.v. sui seguenti temi:
Requisiti di sistema;
Servizi di terra;
Vettori.
Siamo stati informati dell'impegno del ministro allo svincolo del fondo del trasporto aereo, il quale rischia ancora di bloccarsi al 1° gennaio 2014 e dell'emanazione di un prossimo piano degli aeroporti.
Consideriamo questo appuntamento importante per ristabilire equilibrio nella rappresentanza di migliaia di iscritti la cui voce deve essere ascoltata. Il ministero ha ammesso l’assoluta gravità della situazione ma questo percorso va avanti solo continuando la mobilitazione di tutto il Trasporto Aereo.
A fronte di questa condizione USB ha ritenuto di revocare lo sciopero del 22 novembre ad eccezione della SEA dove la situazione è drammatica e cogente.
La SEA sta per vivere lo stesso trattamento che subì Alitalia nel 2008 e sta procedendo senza il rispetto dei carichi sociali e anzianità.
E’ giunto il momento di affrontare il disastro del trasporto aereo italiano, lasciato a se stesso da anni di politiche sbagliate e fuori da ogni regola. Migliaia le aziende dei servizi aeroportuali che hanno chiuso o che sono passate di mano senza clausola sociale e garanzia per la continuità del lavoro come Argol. I vettori non hanno avuto sorte migliore. Da Alitalia a Wind Jet, passando per Blu Panorama e Meridiana.
Le questioni di Alitalia e MeridianaFly che stanno vivendo il pieno di una crisi pesante successiva a ristrutturazioni micidiali, trovano finalmente il giusto risalto insieme a tutte le altre problematiche degli altri vettori e dell’indotto in questi nuovi ambiti di trattativa.
Una cosa é certa, le ristrutturazioni che abbiamo conosciuto in questi anni e le privatizzazioni che hanno tagliato migliaia di teste partendo dalla riduzione del costo del lavoro e dei salari non sono servite a nulla. Tutte le aziende del settore subiscono uno stato di disfacimento senza precedenti.
Altre trasformazioni del numero degli addetti occupati in questo settore sono assolutamente inaccettabili e si devono trovare le soluzioni per il riassorbimento di chi è in cassa integrazione e in mobilità oltre a trovare uno sbocco per i precari che attendono da anni una posizione stabile.
Gli unici ammortizzatori sociali che hanno un senso sono quelli necessari a governare fasi transitorie, per poi procedere a condizioni di sviluppo. Senza questo presupposto ogni tipo di sostegno sociale conferma soltanto l’abbandono di questo settore strategico a carico della collettività che già a oggi fa registrare come unico elemento costante la creazione di migliaia di esuberi.
La questione del riassetto delle regole del sistema è quella che di più incide sui meccanismi delle riduzioni dei parametri della sicurezza operativa, in una corsa al ribasso sugli strumenti per la tutela delle condizioni di lavoro e dei salari. Vanno riequilibrate i presupposti di vantaggio che hanno avuto le low cost in questo paese.
I lavoratori di Meridiana negli ultimi giorni si sono mobilitati con una manifestazione a Cagliari, si sta aprendo un confronto con la Regione Sardegna e con l’Azienda, con la richiesta di un piano di sviluppo credibile che recuperi, anche nel lungo periodo, i licenziamenti dati troppo per scontati nel 2015.
Per ciò che attiene il futuro della CAI ex compagnia di bandiera massacrata dalla gestione dei capitani coraggiosi, gli scenari non sono chiari ma già si dà per scontata altra eccedenza di personale nonostante le migliaia di licenziamenti fatti cinque anni fa. L’unica cosa davvero certa è il livello di produttività raggiunto in questi anni dal personale Alitalia di terra e di volo con un costo del lavoro oramai molto basso e competitivo. In questi termini ogni proposta deve essere vagliata solo a fronte dell’acquisizione di altre macchine per il lungo raggio e dello sviluppo tante volte promesso e mai realizzato. Ogni alleanza con partner stranieri deve essere fondata partendo dalla difesa del valore strategico di Alitalia e con il presupposto di espansione.
USB ha ripetutamente negli anni denunciato questo stato di cose. Noi vorremmo che questa fosse l’occasione per aprire una nuova pagina in tutto il trasporto aereo, l’occasione per invertire la rotta sbagliata, l’occasione per recuperare posti di lavoro, prospettive insieme alla serenità e alla dignità del lavoro, in un rapporto corretto senza il quale qualsiasi azienda non ha prospettive vere e durature.
L’impegno di USB è finalizzato a mettere insieme tutte le vertenze e le esperienze continuando una forte mobilitazione dei lavoratori.
Non sarà semplice, ma faremo di tutto perché questo possa davvero avvenire.
USB Lavoro Privato T.A.
Fiumicino, 21 Novembre 2013