32 avvisi di garanzia, rivolti agli operai della ex fabbrica IrisBus ed attivisti sul territorio

Napoli -

La Procura di Ariano Irpino ha avanzato formale richiesta di 32 avvisi di garanzia, rivolti agli operai della ex fabbrica IrisBus ed attivisti sul territorio che il 15 ottobre 2011 attivarono una azione di lotta per evitare la chiusura e la dismissione di un polo industriale tanto importante come quello della Valle Ufita.


L’Italia dei nostri giorni è questa, la Fiat denuncia, la magistratura esegue, scagliando, contro chi difende il lavoro, avvisi di garanzia. Un vero è proprio atto intimidatorio che non lascia spazio ad altre interpretazioni, il padrone, nella sua arroganza, ha le mani libere di distruggere un tessuto sociale di una terra martoriata e chi si oppone diventa criminale.


La lotta è diventata un lusso, puoi ritrovarti in un aula di tribunale solo perché tentavi di difendere il tuo posto di lavoro o il territorio in cui vivi.


Ormai gli esempi non si contano più, oltretutto parliamo di una realtà produttiva fondamentale anche per l’intera nazione, infatti la produzione di autobus, magari ecologici e riciclando il parco adesso presente in Italia, fa parte di quel progetto generale di mobilità sostenibile a cui bisognerebbe dare un sostegno concreto e non sprecare inutili parole, parlando di rilancio dei settori produttivi, di rilancio del trasporto persone perché la mobilità è un diritto costituzionalmente garantito, mentre poi dall’altro lato si chiudono fabbriche e si licenziano lavoratori e si acquistano autobus in altre nazione europee.


I conflitti generati dal mondo del lavoro vengono sempre di più attaccai, in questo caso con avvisi di garanzia, recentemente e molto diplomaticamente, con gli accordi sulla rappresentatività (siglati da tutto l’arco sindacale concertativo e ritenuti un buon passo in avanti anche da quella FIOM che ormai campa di rendita e vana gloria), si è messa una pesante ipoteca sul diritto dei lavoratori di scioperare e scegliersi il sindacato che si ritiene opportuno.


L’USB esprime forte solidarietà ai lavoratori ed attivisti che sono stati vittima di questo assurdo provvedimento ed invita gli abitanti della Valle Ufita e i lavoratori ex IrisiBus alla mobilitazione generale del 18 e 19 ottobre, perché solo facendo sentire le nostre comuni ragioni, quelle di tutte le lavoratrici e lavoratori di questo paese abbiamo la possibilità di vincere la battaglia per la riapertura di tutte le fabbriche chiuse.