Accordo del 4 Marzo: La riconferma del "sistema"

Nazionale -

Ancora una volta USB sottolinea l'esclusione dalle trattative che hanno portato alla sottoscrizione dl corposo accordo tra Alitalia Cai e Cgil, Cisl, Uil e Ugl il 4 marzo scorso, nonostante l'intimazione contenuta nella sentenza del Tribunale di Civitavecchia del 4 febbraio scorso.


Forse comprendiamo i motivi di tale comportamento leggendo il testo di quest’accordo che tocca varie tematiche riguardanti tutte le categorie aziendali e che appare come la riconferma in grande stile di quel “sistema”, intrecciato tra azienda, sindacati e governo, il quale continua a sostenere con tutti i mezzi possibili la cordata italiana che ha rilevato a prezzi di saldi la compagnia di bandiera solo due anni fa.


Alcune soluzioni positive, quali lo sblocco delle richieste di part time e le conseguenti assunzioni di personale in Cigs, arrivano con un colpevole ritardo di due anni, nonostante fossero state da noi richieste fin dall'autunno del 2008 e dopo i gravi danni causati a coloro che furono espulsi, mentre la gestione di una crisi, giunta puntuale a pochi mesi dalla cessazione degli incentivi fiscali e contributivi goduti dalla Cai fino a luglio 2010, è affidata alla riapertura di un nuovo ciclo di ammortizzatori sociali per il personale, ancora a carico della collettività, concesso senza colpo ferire dal Ministro Sacconi.


Ciò che ci preoccupa maggiormente è che nell'accordo non solo non viene fatta la dovuta pulizia delle discriminazioni e degli errori subiti dai lavoratori attivi, da quelli ancora in cigs e dai precari in questi due anni, ma viene riconfermata una modalità di gestione poco trasparente delle categorie, affidata alla discrezionalità aziendale e senza valutare carichi familiari e sociali, che abbiamo finora denunciato e che non lascia presagire niente di buono.

Non vorremmo che esperienze negative che stanno trapelando dalle notizie di cronaca in altre grandi aziende, quali AMA e ATAC, si consolidassero anche in Alitalia, pur con caratteristiche diverse.

In questo contesto, non sembra casuale che nell'Accordo si faccia riferimento a un sistema di relazioni sindacali appaltato solo alle confederazioni e si menzionino esclusivamente le rispettive RSA, nessuna delle quali eletta direttamente dai lavoratori.

Tutto questo appare come l'estrema unzione al sistema delle RSU elette dal basso, unica forma di rappresentanza prevista dal contratto di lavoro.


Infine, mancano del tutto all'appello i precari alcuni dei quali hanno iniziato a lavorare 11 anni fa, per i quali si prorogano i termini massimi di contratto fino a 44 mesi senza dare loro la minima certezza del proprio futuro.


Da sempre riteniamo che dove mancano criteri e garanzie certe esistono solo l'arbitrio e le clientele a danno di tutti, mentre non ci sarà mai una probabilità concreta di vere relazioni improntate al reciproco rispetto fino a che esisteranno discriminazioni così pesanti e diritti negati dentro le categorie.

 

USB CONTINUERA' A LOTTARE SU QUESTO!