Accordo di settore manutenzione infrastrutture ferroviarie: con una mano distruggono le tutele dei lavoratori con l’altra ricostruiscono quelle dei padroni
Con l’accordo di settore del 10 gennaio 2024 i sindacati nazionali firmatari hanno concordato lo smantellamento dei pilastri contrattuali su orari, nastri di lavoro e riposi, giornalieri e settimanali, a tutela dei lavoratori della manutenzione infrastrutture: adesso le loro componenti regionali faranno il resto del lavoro sporco sui tavoli di contrattazione territoriale, ricostruendo il nuovo assetto organizzativo secondo i piani del management e del padronato ferroviari.
In effetti con l’accordo di settore in questione la dirigenza societaria/aziendale ha colto appieno gli obiettivi da tempo perseguiti con l’eliminazione dei vincoli temporali per la programmazione delle prestazioni di lavoro riducendo la spesa delle remunerazioni.
Quanto fino a oggi è stato gestito in termini di disponibilità volontaria al lavoro straordinario oggi rientra nelle esigibilità aziendali: a costo zero e anche con margini di recupero economico per le aziende stesse.
Si tratta di una vera e propria “Caporetto” a tutto danno della salute, della sicurezza e della dignità economica e professionale dei ferrovieri del settore.
Una disfatta che è stata meditata e perseguita da questi sindacati attraverso un’opera di mistificazione sull’interpretazione dei vigenti contratti di lavoro, sostenendo la tesi dell’esigibilità aziendale sulla variazione mensile del riposo settimanale (domenica) e sottoscrivendo negli ultimi dieci anni accordi territoriali con obbligo di prestazioni straordinarie notturne e diurne, fino a arrivare all’obbrobrio del lavoro domenicale obbligatorio.
Da evidenziare che tale infame accordo è stato sottoscritto in piena fase di rinnovo contrattuale, quando era necessario appunto ristabilire adeguati pilastri per le tutele dei lavoratori: invece un colpo di spugna ha cancellato gli enormi problemi che negli ultimi anni sono stati generati dalle politiche organizzative del management aziendale, tutte basate sulla scarsa monetizzazione di tutele e diritti contrattuali.
A fronte di questo scempio attueremo ogni possibile iniziativa di contrasto all’applicazione di questo accordaccio, verificando in primis la legittimità di tale operazione in termini di prevalenza delle fonti di diritto (in pratica è come se i contratti vigenti fossero stati annullati da un accordo di minore rilievo normativo) e promuovendo tutte le iniziative sindacali necessarie a favorire il dissenso e
la mobilitazione dei lavoratori interessati a partire da un primo sciopero nazionale di settore entro il mese di febbraio prossimo.
Invitiamo per tanto tutti i lavoratori a manifestare apertamente la propria contrarietà a questo vero e proprio attentato alle condizioni di lavoro e di vita, delegittimando l’indegna posizione dei sindacati firmatari e sostenendo i percorsi di lotta promossi da USB e dai sindacati di base per l’alternativa sindacale.
Adesso è l’ora di sostenere la vera lotta sindacale!