Air Italy, una brevissima riflessione sull'avvio dei tavoli contrattuali

Roma Fiumicino -

 

Il 10 luglio si avvia il tavolo per il rinnovo dei contratti a tre anni dallo sciagurato accordo quadro e noi riteniamo che complessivamente sindacato e lavoratori arrivino impreparati a questo appuntamento; è quindi importante avviare in tempi rapidissimi la discussione tra i lavoratori sulle piattaforme di richieste.

 

Infatti, il rinnovo contrattuale per Air Italy è l’occasione per la verifica su molte questioni che sono rimaste insolute:

 

1) il contratto per i naviganti sottoscritto nel 2016 ha rappresentato tagli salariali e normativi enormi ma necessari – così dicevano – per prendere l’ascensore e salire finalmente sulla nuova dimensione di Qatar Airways. Oggi, a tre anni di distanza, anche a voler essere generosi, quell'ascensore non è mai partito ed è sacrosanto che i lavoratori che hanno subito quel contratto chiedano conto dei tre anni perduti dietro piani fantasma.

 

2) Esiste la questione del contratto nazionale, miseramente fallito da Cgil, Cisl e Uil tre anni fa. Arrivare a un contratto nazionale reale ed esigibile per tutti i vettori è una priorità per tutti i navigati aerei operanti in Italia, superando il frazionamento e l’infinito dumping al ribasso

Una normativa nazionale comune reclama, ad esempio, la questione della scala salariale, in particolare per gli Assistenti di Volo, il sistema a tre qualifiche vere e non farlocche, la riparametrazione delle maggiorazioni orarie durante il part time verticale e le ferie.

Parlare di un contratto nazionale significa anche affrontare alcune questioni generali tutti insieme, come ad esempio la pesante decontribuzione dei salari che sta preparando pensioni da fame per piloti e AA/VV.

 

3) Esiste anche il tema della gestione in modalità Qatarina della compagnia che sembra ricalcare le poco onorevoli orme dei cugini di Etihad in Alitalia. La composizione equipaggio A330, i posti di riposo ed i carichi di lavoro a bordo sono solo alcuni temi che non possono essere gestiti come fatto finora.

 

4) Contratto del Terra (personale amministrativo – operativo – call center) scaduto nel 2007 e inadatto a regolamentare una serie di mansioni che sono cambiate radicalmente nel recente passato.

 

5) Ultimo, ma non mento importante, i tavoli per i rinnovi contrattuali delle varie categorie ripropongono la questione della ricostituzione di un’unità tra i lavoratori. In questo senso, ci auguriamo che gli accadimenti di questi tre anni abbiano insegnato la lezione che nessuno si salva a scapito di nessun altro. Questo è quello che hanno voluto far credere con la complicità di qualche misero pseudo sindacalista.

 

USB, come suo solito, avvierà un ciclo di assemblee in base al calendario dei tavoli contrattuali per discutere insieme ai propri iscritti la piattaforma da presentare alla compagnia.

 

C’è una sola certezza: se i lavoratori rimarranno fermi le cose non cambieranno.

 

 

Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato