Airitaly parla di sviluppo e assunzioni... Al momento molto fumo, niente arrosto
Un comunicato stampa emesso dalla dirigenza Airitaly celebra la ricerca di personale per sostenere i piani di sviluppo annunciati a febbraio di quest'anno.
Da quanto si legge traspare orgoglio e ambizione da parte della compagnia che ha cambiato nome alla vecchia Meridianafly dopo la fusione con la vecchia Airitaly, la low cost creata dal comandante Gentile nel 2009 già chiamata appunto Airitaly. Tre compagnie, un unico destino.
Bene, anzi benissimo! Dopo anni di tagli draconiani alla produzione Meridianafly, messa a terra di 30 aerei di corto e lungo raggio, cessione del 75% dell’attività e ore di volo alla vecchia Airitaly (con la conseguente creazione di centinaia di esuberi soprattutto in Sardegna), finalmente leggiamo parole che parlano di sviluppo e crescita occupazionale e professionale
Ma da ciò che stiamo osservando in questi primi mesi, ci sembra che la dirigenza della nuova Airitaly si stia comportando in modo decisamente diverso dalle proprie dichiarazioni:
Evita accuratamente persino di fare cenno alle centinaia di ex dipendenti di Meridiana licenziati nel 2016, alcuni con più di 20 anni di servizio, e si rifiuta persino di spostare la scadenza del “diritto di prelazione” utile ai licenziati per avere la precedenza nelle riassunzioni e in scadenza nel 2019, nonostante i 18 mesi di ritardo dell’avvio del progetto.
Al momento, gli unici assunti nella “nuova” Airitaly sono quelli imposti dalle sentenze dei tribunali, mentre aspettiamo le udienze di Cagliari previste a ottobre e le opposizioni di Olbia.
Le uniche offerte di lavoro fatte dalla dirigenza riguardano assunzioni per alcuni dipendenti di terra con l’azzeramento totale dell'anzianità maturata, per alcuni anche di circa 20 anni.
Sempre da quanto visto finora, la crescita professionale tanto decantata è a costo zero per l’Azienda mentre non è si affrontato il problema di chi è stato demansionato;
Infine, in questa situazione non risulta neanche avviato un confronto sui problemi strutturali e contrattuali di chi lavora.
Alle belle parole, che peraltro ascoltiamo da febbraio scorso, al momento non corrisponde alcun fatto concreto e tangibile che dia il senso giusto che le parole sviluppo e crescita professionale dovrebbero avere, mentre il clima interno si sta degradando velocemente.
Si potrebbe dire molto fumo e nessun arrosto; è il momento di affrontare i problemi che anni di destrutturazione industriale hanno lasciato e che l’accordo quadro del 2016 ha semplicemente messo sotto il tappeto creando sofferenza e poche risposte.
La qualità dello sviluppo di Airitaly si potrà giudicare da come riuscirà ad affrontare questi problemi e non da proclami al momento del tutto vuoti. Una Compagnia non può nascere dai disastri passati senza provare a ricostruire sanando gli errori fatti coi propri dipendenti in passato. Alitalia docet.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo