Alitalia-ITA, abbiamo visto le carte: nel governo normale di un paese normale pioverebbero dimissioni
Mercoledì 28 luglio, in occasione dell’audizione del sottosegretario Durigon, è stato consegnato alla Commissione Trasporti della Camera un documento da parte del MEF.
Abbiamo avuto modo di valutarlo e in un governo normale, in un paese normale, un documento di questo genere sarebbe corredato dalle dimissioni del ministro Franco e di tutto lo staff che ha seguito le discussioni con Bruxelles.
Il piano industriale di Ita è descritto come “innovativo oltre che discontinuo” un investimento pubblico pensato per essere “di sistema”. Nella realtà il rilancio della NewCo si è trasformato nella dissoluzione di un patrimonio industriale storico italiano e in un progetto mortificato dai vincoli imposti dalla UE.
Oltre alla mancanza di etica politica con l’ammissione di una colossale sconfitta per un intero paese, dobbiamo sopportare anche l’assenza di quel presidio sociale, a fronte di numeri impietosi, indirizzato all’uscita coatta di persone nonché ai richiami decisi a “contratti nuovi e allineati con la concorrenza”. Vorremmo chiedere: si parla di Ryanair oppure Wizzair o Volotea?
Non c’è naturalmente nemmeno bisogno di dire che sono ovviamente richiamati concetti ben conosciuti, come flessibilità e produttività.
È chiaro che si sta tirando dritto, nonostante le palesi falle del progetto: il CdA di ITA ha varato ieri l’aumento di capitale propedeutico per fare l’offerta del ramo Aviation e per partecipare al bando sul brand Alitalia mentre, allo stesso tempo, i commissari alzano i numeri richiesti e le 0 ore nella proroga della Cigs tuttora vigente sui dipendenti Alitalia, numeri stranamente adeguati alle necessità di ITA.
A questo proposito, le parti sono state convocate per l’esame congiunto in sede aziendale per lunedì 2 agosto alle 14.30 mentre il Ministero del Lavoro ha già convocato la fase successiva per il 1° settembre alle ore 11.00.
USB ritiene che ci sia tempo e spazio per opporsi agli effetti deleteri di un progetto aeronautico palesemente insufficiente e socialmente disastroso sul quale non intendiamo mollare.
In attesa di capire come e quando partiranno le convocazioni da parte del Governo e di ITA, noi diamo appuntamento fin da ora al 1° settembre, con la messa in campo da parte dei lavoratori di tutte le iniziative che si renderanno necessarie.
Come nelle altre vertenze che sono scoppiate a seguito dello sblocco dei licenziamenti, in ballo non ci sono in gioco solo le singole vertenze aziendali, ma anche il futuro del lavoro nel nostro Paese.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo
29 luglio 2021