Alitalia, USB: al 30 aprile bicchiere mezzo vuoto, il 21 maggio sciopero di 24 ore di tutto il trasporto aereo
Era nell’aria ed è andata così. Il termine per la presentazione della cordata che dovrà acquisire Alitalia evidentemente slitterà ancora. Nella giornata odierna non sono arrivati annunci di soluzioni e quindi siamo ancora davanti all’ennesima proroga che porterà l’Unione Sindacale di Base a dichiarare lo sciopero di 24 ore dei lavoratori del Gruppo Alitalia, il 21 maggio.
Dai giornali si apprende che si tratterebbe di una “mini” posticipazione, di circa due settimane. Sarebbe ben più grave se le decisioni slittassero a dopo le elezioni. La presenza di Delta nella futura NewCo è insufficiente e manca circa il 40% degli investimenti da parte di soggetti privati. La scelta del governo che punta al mercato però sta producendo non pochi problemi.
USB ha da sempre suggerito la nazionalizzazione come miglior via d’uscita alla decennale crisi della Compagnia. E’ la cosa più logica, la più semplice per svincolare il governo da prevedibili compromessi. La soluzione aperta all’ingresso dei privati viceversa, porta a ipotizzare diversi scenari, tutti da verificare nella loro bontà, sia per l’effettivo impegno nel futuro dell’azienda sia per gli intrecci d’interessi che inevitabilmente accompagnano.
Soggetti che si occupano di strade e aeroporti si affacciano alla negoziazione, non si capisce bene per necessità di chi, come ad esempio, sarebbe coinvolto Riccardo Toto concessionario delle autostrade abruzzesi dei Parchi. Anche il gruppo Atlantia è sullo sfondo e considerati gli affari che ruotano sull’aeroporto di Fiumicino e nel gruppo Autostrade Per l’Italia, ciò lascia non poche perplessità. Si consideri anche che, nel passato, la presenza della società nel capitale Cai e Sai non ha di certo favorito il vettore quanto avrebbe potuto.
I Commissari di Alitalia non nascondono né la fretta, né il nervosismo. Stefano Paleari nell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali ha confermato un andamento positivo dei ricavi e indici di performance in ripresa, la disponibilità di cassa a 486 mln e 197mln tra depositi IATA e cauzioni di garanzia per i leasing. Tuttavia è chiaro che la Compagnia non può reggere senza investimenti corposi e un piano industriale.
Il boccino torna quindi in mano a FS, sarebbe sorprendente verificare che alla data odierna del 30 aprile, di essere ancora in alto mare per l’individuazione dei partners e per l’elaborazione di una strategia credibile entro fine maggio. Un dato è sicuro, nell’imminenza delle elezioni europee è evidente che i lavoratori non lasceranno alla politica questa cambiale in bianco.
Nel frattempo, infatti, rimane aperta la CIGS a zero ore, tutti i problemi della gestione, i contratti e la questione degli scatti di anzianità congelati, i premi di produzione non corrisposti.
USB mette in guardia, ancora una volta dal ripetere gli errori disastrosi del passato e chiede di puntare all'obiettivo prioritario cioè la salvaguardia degli interessi nazionali e di investimento per il settore attraverso un intervento pesante dello Stato. La nazionalizzazione della Compagnia serve per soddisfare i quattro punti rivendicati da USB che sono:
unicità aziendale con il mantenimento delle attività;
occupazione e la salvaguardia dei contratti con salari adeguati;
reinternalizzazioni di manutenzioni e IT per il rilancio di servizi indispensabili per un vettore globale;
riforma del settore e un sistema di regole che garantisca un mercato trasparente e senza dumping sul costo del lavoro.
Proprio su quest’ultimo punto lo sciopero del 21 maggio è stato indetto e coinvolgerà tutti i lavoratori del settore del trasporto aereo, settore da anni in forte sviluppo ma dove, al contrario, si licenzia, si precarizza e si tagliano salari e diritti.
Il tavolo promesso dal Ministero dei Trasporti non è mai stato convocato mentre ancora non si è vista traccia di quanto discusso negli stati generali dello scorso marzo.
USB Lavoro Privato
Fiumicino, 30 aprile 2019