Assalti e dirottamenti. Scortati i bus di Bologna

18 agosto 2007 - La Stampa

 

di FRANCO GIUBILEI

 

Bologna -

BOLOGNA - La paura corre sui bus bolognesi, con aggressioni agli autisti tanto frequenti che si è mossa anche la questura: controlli intensificati sui mezzi e pattuglie di scorta agli autobus che, attraversando il centro, tagliano la città da una periferia all’altra. Il provvedimento riguarda le linee principali, sarebbero impensabili presidi estesi a tutti i bus, e arriva dopo due casi di dirottamento dei mezzi dell’Atc da parte di «passeggeri» armati di siringa. Particolarmente drammatico l’esito del primo episodio, all’inizio di agosto, con il conducente colpito a una mano dall’ago brandito come un’arma.

Ma questo è solo l’esempio più clamoroso: i sindacati di categoria, uniti nella decisione di andare a uno sciopero il 4 o il 6 settembre - sempre che l’incontro con l’azienda dei trasporti fissato per lunedì non porti risultati significativi -, denunciano una trentina fra minacce e aggressioni fisiche vere e proprie solo negli ultimi due mesi. E così ecco le scorte di polizia, con modalità tutte particolari, perché la volante segue l’autobus con due agenti a bordo, uno dei quali sale a bordo del mezzo pubblico per restarvi per alcune fermate e poi risalire sull’auto di servizio. Il personale impiegato è in divisa, per aumentare l’effetto deterrente.

L’utilizzo delle forze dell’ordine per scoraggiare gli attacchi al personale dei bus era stato sollecitato, fra le varie misure possibili, dagli assessori alla mobilità di Comune e Provincia, Maurizio Zamboni e Giacomo Venturi, il giorno prima del secondo dirottamento con siringa di un autobus, stavolta nei dintorni della stazione, la vigilia di Ferragosto. Un episodio grave, che secondo i racconti di autisti e controllori è solo la classica punta dell’iceberg: insulti, minacce, spintoni e, quando il personale è femminile, arrivano le molestie, come mettono in evidenza al sindacato Filt-Cgil. «Noi non facciamo i turni notturni – spiega una conducente – ma molte di noi subiscono apprezzamenti e palpeggiamenti, e cose del genere succedono molto più spesso di quanto si potrebbe pensare, ci sono colleghe a cui capita una corsa su tre». Per i maschi il campionario di offese e micro-aggressioni è diverso, ma non meno pesante: c’è chi è stato minacciato col coltello, com’è accaduto l’altro giorno in via Sant’Isaia, e chi è stato addirittura morso.

Il disagio del personale è aumentato al punto che qualcuno ha proposto, qualora non arrivino le giuste contromisure, di dotare tutti gli autisti di spray al peperoncino. Italo Quartu, coordinatore regionale delle Rdb trasporti, non condivide l’idea delle scorte di polizia, ma denuncia la gravità della situazione: «A Bologna si concepisce il servizio pubblico come se fossimo ancora a trent’anni fa, quando la città non aveva questi problemi. Questa invece è la Bologna del secondo millennio, con tutte le conseguenze e il degrado del caso, ma nonostante ciò sugli autobus non ci sono le protezioni necessarie a salvaguardare gli autisti. La questione però non si risolve militarizzando il territorio, ma dotando i mezzi delle protezioni necessarie».

Le linee a maggior rischio-aggressione sono quelle che portano ai quartieri Pilastro, Dozza, Barca, San Vitale: «Sono le numero 20, 14, 21, 25, i collegamenti con le zone più degradate – aggiunge il sindacalista –. Il disagio però non è limitato a quei settori, riguarda tutta la città e non una linea specifica. Gli episodi di minacce, più o meno gravi, o di aggressioni vere e proprie si verificano tutti i giorni, perché l’autista è il terminale di sfogo per qualsiasi disservizio». Quanto agli autori, la tipologia è vastissima: «Si va dal professionista al punkabestia, solo che magari dal punkabestia te lo puoi aspettare, poi ci sono gli insospettabili, gente alla "lei non sa chi sono io"».

Ora che la grana è scoppiata davvero, la polizia corre ai ripari senza nascondere a nessuno che la soluzione delle scorte è temporanea e che controllare 800 mezzi in circolazione è difficilissimo. In questura si preferirebbero sistemi d’allarme più efficienti sui bus e contatti diretti con la sala operativa. In attesa dell’incontro di lunedì fra sindacati e Atc, i primi si dividono sulla novità delle pattuglie: la Uil condivide il rimedio, le Rdb sono contrarie anche per il pericolo-emulazione e la Faisa-Cisal la definisce «una misura esagerata». Di sicuro non risolutiva, fanno capire in questura, partendo dalla considerazione che è impossibile garantire la presenza costante di un agente su un autobus. Prima o poi il poliziotto deve scendere, e i problemi ricominciano.