Autobus, arriva la scorta delle «volanti»

18 agosto 2007 - Corriere di Bologna

La risposta della Questura alle aggressioni: auto e agenti a tutela delle linee a rischio

 

Bologna -

Bologna - E adesso, a tutelare la sicurezza degli autisti dell'Atc, arrivano le «volanti». Auto della polizia di scorta ad autobus, passeggeri e conducenti. La novità è degli ultimi giorni. Ed è la prima risposta della Questura alle aggressioni subite in questa estate da alcuni autisti e alle conseguenti proteste, e richieste, dei sindacati di categoria e degli assessori alla Mobilità comunale e provinciale Maurizio Zamboni e Giacomo Venturi. Il servizio, disposto anche in previsione dell'incontro di lunedì prossimo in Prefettura tra sindacati e azienda, è entrato in vigore a Ferragosto. E ha incontrato il parere positivo dei confederali, freddo della Faisa-Cisal e delle Rdb. Tutti, però, concordano nel sostenere che le risposte più risolutive le deve dare l'azienda.

L'indicazione pervenuta a tutte le «volanti» (le auto di servizio con due poliziotti a bordo ciascuna) è questa: ogni vettura, nel proprio turno, dovrà scortare uno degli autobus considerati a rischio. Lo dovrà letteralmente seguire lungo un tratto del percorso. Un agente salirà a bordo, l'altro resterà alla guida della macchina. Obiettivo: fare da deterrente per i malintenzionati. I bus interessati sono quelli che, durante l'incontro di luglio con il questore, i sindacati hanno indicato come più pericolosi. Tra questi il 25, il 27, l'11, il 14 e i notturni. Il servizio si va ad aggiungere a quello che, già da tempo, svolgono i poliziotti di quartiere che, quando possono, salgono sui bus. Risale infatti al gennaio 2006 l'intesa tra Questura e Atc in cui piazza Galileo garantisce una «più capillare presenza di agenti sui mezzi di trasporto». La copertura, però, pur essendo 24 ore su 24, non può essere sistematica. Com'è ovvio: soltanto per vigilare i quasi 900 autobus che attraversano la città servirebbero 2000 agenti. Ovvero, poco meno di tutti quelli che (compresi i rinforzi del patto per la sicurezza) operano a Bologna. Lo sanno bene anche i sindacati che, proprio per questo, e al di là dell'entusiasmo che mostrano per l'idea di Cirillo, tornano a invocare «azioni preventive» da parte dell'azienda. «Alla sicurezza dei lavoratori devono pensare i datori di lavoro, a quella dei cittadini le forze dell'ordine. Dunque va bene che una volante scorti un bus, ma occorre altro. Occorrono misure risolutive. Occorrono barriere fisiche», dice Gianfranco Sandri della Fit-Cisl. Insomma, come al caschetto e alle protezioni degli operai ci pensano i datori di lavoro, così alle le cosiddette «cabine chiuse » che isolano i conducenti ci deve pensare l'azienda, Atc. Più interessato a un collegamento più immediato e sofisticato tra centrale operativa dell'Atc e quella del 113 Maurizio Lunghi della Filt-Cgil. Anche lui, come Sandri, plaude, ma senza troppa enfasi alla scorta delle volanti. Il più entusiasta è Gianluca Neri della Uil: «Almeno c'è qualcuno che dà un segnale concreto. Il questore è l'unico che l'ha fatto. Tutti gli altri, fino a oggi, si sono solo spesi in chiacchiere». Di segno opposto le reazioni di Daniele Galletti della Cisal, «una misura esagerata», e di Italo Quartu delle Rdb che riduce addirittura la questione a «polemiche da calura estiva». Per Quartu si sta cercando di strumentalizzare le aggressioni per «militarizzare il territorio».(A. Es.)