Cosenza: ancora ammazzati sul lavoro nelle società del Gruppo FSI
Stamattina il lavoratore Salvatore Cugnetto, di 55 anni, è rimasto ucciso in un cantiere ANAS presso lo svincolo dell’A2 per Cosenza sud. Dalle prime informazioni sembra che il lavoratore fosse dipendente di un’azienda in sub-appalto.
Sempre dalle prime ricostruzioni del fatto Giuseppe Cugnetto sarebbe stato colpito da una lancia idrogetto per demolizione “liberatasi” durante le attività, rimanendo immediatamente ucciso.
Nell’esprimere la nostra massima solidarietà ai familiari e ai compagni di lavoro di Giuseppe, non possiamo non tornare ai nostri ragionamenti sulla tremenda attualità delle condizioni di lavoro nel nostro Paese; un posto dove dobbiamo continuare a precisare che gli oltre 1000 incidenti mortali sul lavoro all’anno, sono solo quelli regolarmente denunciati, mentre ne restano sommersi ulteriori centinaia, in una gestione malavitosa dei rapporti di lavoro per lo più agente nel sistema degli appalti e dei subappalti con cui si estraggono grandi profitti privati dalle commesse pubbliche.
Ragionamenti sullo stato dell’arte del diritto sul lavoro in Italia, pesantemente compromesso nella sua effettività di garanzia dallo strapotere acquisito dalle parti padronali nel ventennio trascorso, a colpi di legge e imposizione di logiche organizzative speculative nei rinnovi contrattuali e nella stipula di cosiddetti accordi interconfederali.
Uno strapotere che oltre a dettare legge sull’organizzazione del lavoro, ha di fatto interdetto l’esercizio delle facoltà sindacali dei lavoratori, blindate in un sistema in cui, al meglio, resta referente qualche burocrate sindacale, ma da cui i lavoratori sono esclusi con azioni disincentivanti a base di ricatto economico e occupazionale.
Ragionamenti che, per esempio, come ferrovieri di USB (appartenenti allo stesso gruppo della società ANAS) stiamo svolgendo da tempo circa il pluri mancato rinnovo delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza (RLS), elette nel 2015, decadute, da regolamento e normativa vigente, nel 2018 e mai rinnovate finora.
Una mancanza, quella di efficaci rappresentanze dei lavoratori, che riteniamo direttamente connessa con lo stato di pericolosità del lavoro in Italia: molto più direttamente che per la giustamente denunciata mancanza di formazione e controlli.
Riteniamo che senza una riconquista dei ruoli di protagonismo dei lavoratori non si possa affermare una rivendicazione di recupero di adeguate tutele sul lavoro. Va in questo senso il disegno di legge che abbiamo preparato (depositato da un gruppo parlamentare di opposizione):
- deterrenza legislativa con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro per i responsabili aziendali che omettono e/o violano misure di sicurezza;
- rafforzamento e incremento della figura del RLS con l’obiettivo della formazione di un vero schieramento capillare su tutti i luoghi di lavoro.
In attesa delle ulteriori informazioni sull’incidente di stamattina, aggiungiamo al nostro dossier degli ammazzati dal lavoro il nome di Giuseppe Cugnetto, con la determinazione a fare tutto è nelle nostre possibilità perchè sul suo caso sia fatta massima giustizia e dichiarata massima verità.