Difendere la legge 84/94, rilanciare il ruolo pubblico dei porti: dal convegno di Livorno prende forma una nuova idea di organizzazione del lavoro portuale
Usb mare e porti ha ospitato, a Livorno, il convegno nazionale sulla portualità a trent’anni dall’approvazione della Legge 84/94. Un momento di confronto molto importante costruito con il sostegno di più di un centinaio di lavoratori portuali provenienti da tutta Italia che in diverse delegazioni hanno affollato la sala Ferretti della Fortezza Vecchia per oltre 3 ore.
Nell’arco della giornata si sono alternati interventi di lavoratori portuali, esperti del settore, presidenti delle Autorità di Sistema, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dirigenti delle Compagnie Portuali Italiane di Livorno, Genova, Trieste, Civitavecchia, Salerno e Palermo.
Era per nulla scontata la riuscita di un’iniziativa del genere: per questo, a maggior ragione, siamo estremamente soddisfatti di un convegno che ha avuto il merito di avviare una discussione franca tra soggetti che hanno sicuramente ruoli e interessi diversi ma che in questa fase condividono la necessità di aprire un fronte in difesa della portualità Italiana.
Rilanciare il ruolo pubblico dei porti e delle AdSP, migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza di chi lavora in banchina, difendere la Legge 84/94 e contrastare una possibile riforma, annunciata dall’attuale Governo e da chiunque vorrebbe stravolgerne le basi.
È stato anche discusso della trattativa in corso sul rinnovo del contratto nazionale porti, sulla quale abbiamo ascoltato il sollecito richiamo per una conclusione rapida ma che, a nostro avviso, non può prescindere dal merito di riconoscere gli aumenti contrattuali reali e adeguati.
Un capitolo a sé la discussione sulla democrazia sindacale, non solo richiamando la questione grave della procedura tutt'ora sospesa al terminal di PSA a Genova Prà ma anche rivendicando la necessità che la nostra organizzazione sia presente al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale stante la sua rappresentatività oltre a portare una posizione cristallina su livelli salariali e difesa della portualità pubblica.
I poli unici di manodopera che in passato erano rappresentati dalla Compagnie Portuali, soggetti che hanno fatto la storia nel nostro paese e che oggi più che mai, in un contesto che vede i grandi gruppi armatoriali “padroni” delle banchine e i lavoratori divisi in una miriade di soggetti diversi, devono tornare ad assumere un ruolo centrale. Tutto ciò sarebbe possibile farlo anche all’interno dell’attuale cornice normativa.
Unità tra i lavoratori è stata l’altra parola d’ordine della giornata considerando una compagine sindacale che nel nostro paese e nel settore portuale non è stata in grado di salvaguardare gli interessi collettivi, fare analisi e costruire prospettive ma che si è concentrata, evidentemente, più in interessi di bottega e difesa più del proprio “orticello”. Anche da questo punto di vista c’è sicuramente bisogna di una svolta radicale.
Usb ha concluso annunciando il rilancio nel prossimo mese delle iniziative opportune, che discuterà in tempi brevi all'interno della propria struttura dei portuali, che avranno come obiettivi:
- il rinnovo contrattuale e rivendicazione della propria presenza al tavolo,
- la salvaguardia del carattere pubblico dei porti e l'avvio di uno studio per la ricomposizione dei poli unici di manodopera
- la richiesta di riconoscere il lavoro portuale come usurante.