Dossi rallentatori a Padova

Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza

Padova -

Padova, 17 agosto 2006

 

 

Egr. Dott. Sopelsa,

abbiamo avuto modo di leggere il Suo articolo sulle lamentele degli autisti delle ambulanze riguardo i dossi rallentatori presenti sulle strade cittadine e sulle conseguenze che gli stessi hanno sui pazienti da loro trasportati.

La situazione venutasi a creare con la messa in opera di tutti questi sistemi coinvolge anche altri operatori dei trasporti, tra cui gli autoferrotranvieri, costretti a ripetere svariate volte, durante la propria giornata lavorativa, percorsi che ne contengono molti, con notevoli ripercussioni sul piano della salute e della sicurezza.

Per la precisione noi, in qualità di delegati sindacali dei lavoratori per la sicurezza, dovendoci preoccupare di tutelare la salute degli operatori che prestano la propria opera sulle linee coperte dal servizio aziendale abbiamo, nostro malgrado, riscontrato un aumento esponenziale di patologie ai danni del rachide e delle vertebre cervicali dovuto dai salti che continuamente siamo costretti a sopportare, dalle condizioni pietose di molti manti stradali e dalle vibrazioni che si trasmettono al corpo generate dal gruppo propulsore.

Il tutto senza considerare che gli scuotimenti violenti prodotti dal superamento dei dossi in questione, anche se fatto a bassissima velocità e comunque inferiore al limite massimo consentito, possono causare delle cadute tra i passeggeri con conseguenze da non sottovalutare in particolar modo tra l’utenza più anziana.

Sicuramente siamo i primi ad affermare che il diritto di pedoni e ciclisti, ad un attraversamento di strada esente da rischi, sia pienamente da tutelare e che inoltre vadano realizzate tutte quelle opere in grado di concretizzarlo, ma è anche pur vero che esiste una direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici ( per la precisione la direttiva del 24 ottobre 2000, pubblicata sulla G.U. n° 301 del 28 dicembre 2000 ) che interpreta correttamente l’art. 179 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada, la quale testualmente cita: ”Quelli eventualmente collocati su itinerari dei centri abitati, lungo le strade più frequentemente percorse dai veicoli di soccorso, di polizia o di emergenza, o lungo le linee di trasporto pubblico, devono essere rimossi” e purtroppo disattesa da molte Amministrazioni Comunali.

Questa nostra lettera non deve essere interpretata come un tentativo di liberalizzare ogni forma di comportamenti contrari alla sicurezza stradale (sappiamo benissimo quanto costi alla comunità ogni ferito, o peggio ), bensì, con lo smantellamento dei dossi ove prescritto e con la realizzazione di opere meno invasive e costose atte al rallentamento quali “chicanes”, restringimenti mirati della carreggiata ecc., come un primo passo verso la tutela della salute e della sicurezza di quanti sulla strada operano e di quanti del servizio pubblico fanno il loro prevalente mezzo di spostamento.

RingraziandoLa sin d’ora per la cortese attenzione che ci volesse dedicare e rimanendo a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti, cogliamo l’occasione di salutarla cordialmente.

 

 

Rappresentanti

dei Lavoratori

per la Sicurezza

R.S.U. APS Holding