Ennesima aggressione a una capotreno. USB, basta lasciare soli i lavoratori nel degrado!
La notizia dell'aggressione a una capotreno in Toscana lo scorso 17 settembre durante il suo lavoro di controllo dei biglietti, che ha riportato la frattura del naso e delle costole, ripropone il tema urgente del rischio a cui sono lasciati coloro che lavorano sui treni.
Non c'è nessuna intenzione di strumentalizzare un episodio, ma di connettere quanto successo alla stazione di Prato con quanto già ripetutamente avvenuto in altre occasioni che testimoniano quanto sia pesante la realtà in cui operano in solitudine i capitreno nelle tratte regionali.
Molti sono i temi che sono stati già portati all'attenzione del Gruppo FSI: quello scottante dell'abbandono dei presidi di sicurezza nelle stazioni meno grandi, quello di operazioni delicate come quelle di controlleria svolte in solitudine da un solo operatore, quello della complessità delle procedure di verbalizzazione che espongono il lavoratore a possibili ritorsioni da persone spesso in stato di alterazione. Le nostre obiezioni non sono state mai ascoltate e riteniamo che al momento possano anche non sussistere le corrette condizioni per svolgere in sicurezza le operazioni di controlleria a bordo dei treni regionali.
USB Ferrovieri non intende lasciare soli coloro che svolgono con dedizione il proprio ruolo di controllo, sicurezza e informazione a bordo dei treni e apre una vertenza sul tema di dare a tutti i lavoratori del Gruppo, nessuno escluso, le massime condizioni di salute e sicurezza.
USB Lavoro Privato