Ferrovie, 1 ottobre 2024: interrotti i negoziati per le attività quadrimestrali DOIT Roma
L'azienda si è presentata all’incontro finale per le attività dell’ultimo quadrimestre 2024 con il verbale impostato venerdì scorso e che deve supportare normativamente i piani di attività delle UUTT di cui agli allegati. I firmatari (tranne la UGL che sta a tavolo separato e che oggi non si è proprio presentata) hanno cavillato su aspetti gestionali come la remunerazione degli straordinari (avvicendamento sulle interruzioni lunghe, almeno una al mese sulle varie UUMM) che comunque avevano concordato (anticipi d’orario alle 5,00 e prolungamento notturno fino alle 7,30, alcuni festivi compresi), chiedendo il rimborso del carburante (manco la chiamata), oppure la liquidazione delle mansioni superiori; poi hanno lamentato i ritardi sui trasferimenti e il fatto che su alcuni impianti i responsabili fanno timbrare le chiamate in reperibilità: insomma una listarella degli acquisti ordinari.
In realtà i firmatari si trovano davanti l’ondata delle pretese aziendali post 10 gennaio e si stanno rendendo conto di aver firmato (a Roma il 6 Maggio scorso) una cambiale in bianco che l’azienda riempie a piacimento e senza sconti; quindi la loro aspettativa (ma ci credono davvero?) di poter ottenere nelle quadrimestrali la famigerata riduzione delle fasce di prestazione (fine settimana) si è malamente infranta sulla rigidità aziendale nel voler mantenere l’occupazione degli spazi ottenuti con gli accordi già sottoscritti.
Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito che l’attuale condizione organizzativa limita l’esigibilità dei diritti acquisiti dai lavoratori, come la certezza di graduatorie per i trasferimenti che è messa in discussione dalla carenza di figure professionali, per cui un lavoratore che si trova a essere l’unico tecnico in un nucleo (cosa sancita nel 10 gennaio) si vedrà congelata la possibilità di essere “lasciato andare” se non sostituibile; allo stesso modo tali carenze (ancora anche quantitative, oltre che qualitative) fanno da base alle pretese aziendali di utilizzo dei reperibili o di variazione sistematica dei programmi delle prestazioni di lavoro, per varie e eventuali “esigenze” (malattie, permessi, formazione … ) che dovrebbero essere previste in un assetto organizzativo rispettoso delle tutele contrattuali e dei diritti fondamentali dei lavoratori: tra cui, soprattutto, quello alla salute e alla sicurezza, al tempo libero e ai riposi.
In questo senso abbiamo ribadito la proposta di applicazione transitoria del punto 1.2., articolo 27, CCNL/ACAF per la gestione delle attuali esigenze manutentive della DOIT Roma; proposta sistematicamente elusa dall’azienda in quanto sicuramente più onerosa degli attuali accordi, cosi come dalle OOS firmatarie, perché non gradita all’azienda. Abbiamo anche ribadito la nostra contrarietà all’utilizzo sistematico delle mansioni superiori, su cui rileviamo, prima che il problema di eventuali mancate remunerazioni, la fraudolenza di un meccanismo di gestione delle responsabilità professionali che espone i lavoratori interessati all’incremento di rischi legali e prima ancora per la sicurezza sul lavoro e della stessa circolazione ferroviaria.
Insomma nei territori piove sul bagnato e l’ombrello dei firmatari regionali, che doveva garantire la migliore applicazione dei criteri del 10 gennaio, fa acqua da tutte le parti.
Ribadiamo la nostra posizione di totale opposizione all’accordo nazionale di settore del 10 gennaio, così come a quello territoriale del 6 maggio nella DOIT Roma e ai precedenti o successivi nelle altre DOIT.
Riteniamo che la mobilitazione e la lotta dei ferrovieri interessati contro l’attacco alle loro condizioni di lavoro, debba proseguire e consolidarsi su posizioni avanzate di rivendicazione:
- per l’invalidazione dei vigenti accordi “quadro” di settore fraudolentemente sottoscritti;
- per il ripristino delle condizioni di partecipazione assembleare alla vita sindacale;
- per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie e per la sicurezza dei lavoratori;
- per l’apertura di nuove fasi negoziali su basi rispettose di tutele e diritti di lavoratrici e lavoratori, prima che degli obiettivi dell’azienda managerial/padronale.