Gli autoferrotramvieri non si fanno intimidire: lunedì 26 sciopero nazionale
Sulle piazze di tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative dei lavoratori autoferrotranvieri; si sono appropriati di ogni spazio utile per denunciare e protestare contro l’ennesimo attacco alla categoria che, con l’abrogazione del RD 148/31, vede materializzarsi un nuovo e veloce passo verso la privatizzazione del settore su scala nazionale. Un indirizzo politico, questo, coltivato da tutti i governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni, giunto a conclusione attraverso la spending review e la riforma Madia della Pubblica Amministrazione arrivando al varo delle norme per la riorganizzazione dei Servizi Pubblici Locali e delle aziende partecipate con fusioni, chiusure/ liquidazioni, privatizzazioni per tutte quelle aziende che non raggiungono determinati parametri, quali una certa soglia di fatturato e/o ripetuti bilanci in rosso.
L’obiettivo dichiarato è l’eliminazione di almeno 8.000 aziende, con un esubero di personale previsto di oltre 300.000 lavoratori. Un attacco, quindi, che non riguarda il perimetro degli Autoferrotranvieri bensì l’intero mondo del “lavoro pubblico”. Lo testimoniano le rivendicazioni dei lavoratori della sanità, della scuola, della ricerca, dell’università, dei vigili del fuoco, degli enti locali; lo testimonia la conclusione del contratto dell’Igiene ambientale che accoglie tutte le richieste delle controparti proprio in previsione delle privatizzazioni; lo testimoniano i lavoratori Alitalia, ILVA di Taranto, Telecom, miliardi di soldi pubblici sperperati, decine di migliaia di licenziamenti, aumento dei costi dei servizi e peggioramento delle condizioni di lavoro e salariali per chi è rimasto.
I lavoratori del Trasporto Pubblico Locale hanno confermato la loro piena contrarietà alle politiche sulla privatizzazione dei servizi pubblici; siamo certi che nessuno abbia peccato di ingenuità pensando che qualche migliaio di lavoratori sotto il Senato o nelle piazze potesse far sterzare di qualche millimetro le politiche aggressive del Governo. Ora è necessario che gli autoferrotranvieri sappiano collocare l’abrogazione del RD 148/31 all’interno di una situazione più vasta che non inizia né finisce all’interno di una categoria o settore; è necessario rompere gli argini, comprendere che lotta degli autoferrotranvieri è la lotta di tanti, tantissimi altri lavoratori.
Ora è necessario iniziare un percorso che sappia mettere insieme tutte le vertenze in atto, che esse diventino “la vertenza” a difesa del servizio pubblico. Ora è necessario mantenere alta l’attenzione, non fare nessun passo indietro né farsi intimorire dalle continue minacce di nuove restrizioni per il diritto di sciopero attraverso più pesanti regolamentazioni con l’obiettivo di concedere alle OO.SS. complici il monopolio dell’esercizio di un diritto.
Il 26 giugno deve essere questo, deve avere questo significato anche se sarà uno sciopero nazionale di sole 4 ore, anche se sarà uno sciopero che in molti comuni non potrà essere esercitato a causa dei ballottaggi delle elezioni amministrative dovrà essere la testimonianza di rifiuto alle politiche del Governo e la costruzione di una vera ed ampia vertenza contro di esse. Prepareremo lo sciopero con una serie di assemblee negli impianti a partire da mercoledì.
LUNEDÌ 26 GIUGNO 4 ORE DI SCIOPERO NAZIONALE DEGLI
AUTOFERROTRANVIERI
USB Trasporto Pubblico Locale