Il 16 luglio è sciopero dei marittimi indetto da USB

Nazionale -

Il 16 luglio l’Unione Sindacale di Base ha proclamato uno sciopero di dodici ore dell’intero comparto del trasporto marittimo nazionale.

 

E’ opportuno riflettere sulle ragioni che hanno provocato la protesta dei marittimi sgomberando il campo dalla disinformazione che, come vogliono far credere il sindacato confederale e le organizzazioni degli armatori italiani, imputa ai lavoratori una presunta resistenza al cambiamento.

Al contrario, la Gente di Mare sciopererà il 16 luglio per rivendicarlo questo cambiamento, per chiedere contratti di lavoro che siano all’altezza della migliore marineria europea e non frutto di accordi preconfezionati dalle aziende, accettati dai sindacati di regime, ed imposti ai lavoratori contro ogni minima regola di democrazia sindacale.

L’Unione Sindacale di Base denuncia, con forza, una trattativa anomala che, sin dall’inizio, l’ha vista esclusa dal tavolo contrattuale, ove la stessa presenza delle delegazioni dei lavoratori è stata impedita, dovendo CGIL, CISL e UIL uniformarsi alla volontà delle aziende.

I “nuovi contratti” ripropongono una struttura autoritaria da anni Cinquanta. Di fatto quarant’anni di lotte sono stati cancellati!

In linea con quanto accade con le misure del governo sul lavoro e con le norme contenute nel jobs-act, sono state messe fortemente in discussione le forme di stabilità e di certezza del lavoro, mentre torna prepotentemente il ricorso abnorme al precariato marittimo e alla mano d’opera straniera.

In cambio di circa 80 euro di aumento medio in quattro anni, gli accordi sottoscritti sottraggono alla contrattazione temi fondamentali come l’imbarco di stranieri su navi italiane, la produttività, la durata del periodo d’imbarco, le carriere del personale marittimo e la continuità del rapporto di lavoro.

Anche il settore amministrativo, in particolare quello aderente a Fedarlinea, subisce un pesante attacco.

La struttura salariale del personale di terra viene scomposta trasferendo in un aleatorio e discrezionale “ad personam” ciò che oggi è parte integrante della paga, producendo una perdita secca in termini salariali e di prospettiva.

Le carriere, il trattamento di malattia, gli orari di lavoro diventano argomenti d’arbitraria gestione aziendale.

La mobilitazione dei lavoratori e dell’Unione Sindacale di Base in queste ultime settimane ha imposto alle organizzazioni sindacali confederali l’indizione di un referendum confermativo degli accordi sottoscritti tuttavia, i segnali provenienti dalle navi e dagli uffici, evidenziano chiaramente il tentativo in atto di svilire ed annullare la portata della consultazione democratica.

L’Unione Sindacale di Base ritiene quindi necessaria la mobilitazione dei lavoratori marittimi ed amministrativi per riaprire le trattative ed annullare la portata devastante del contratto voluto dal padronato ed accettato dai sindacati di regime.