Il Governo Meloni/Salvini aggredisce nuovamente i lavoratori dei trasporti: una categoria usurante viene trattenuta in guida fino a 70 anni.

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Siamo alle solite; questa volta per aggirare il problema di una categoria penalizzata da carichi di lavoro improponibili che conta una mancanza di personale di oltre 26000 autisti a livello nazionale,  penalizzata sul profilo retributivo e dalla totale mancanza di adeguati interventi in materia di sicurezza per gli addetti al settore, (a partire dalla viabilità arrivando alla qualità dei parchi vettura, alla manutenzione dei mezzi palesamente insufficiente a garantire l’incolumità dei cittadini e affidabilità al servizio),  invece di misurarsi con i problemi reali che producono una fuga da questo mestiere e il rifiuto dei giovani di esercitarlo, si tenta di inchiodare sullo sterzo i lavoratori che hanno maturato l’età per andare in pensione. Una norma con la quale viene fatto decadere il diritto alla pensione anticipata di 5 anni prevista dal decreto legislativo di scioglimento del fondo autoferro e dal decreto legislativo Letta di armonizzazione delle sue norme alla legge Fornero.

Un lavoro da sempre riconosciuto “usurante” per il quale, al raggiungimento dell’età di 62 anni, qualora si sia svolta la mansione per almeno la metà della vita lavorativa, si poteva accedere alla domanda di pensione.

Il Governo si tappa le orecchie e gli occhi a fronte dellatangibile necessità di rimettere in discussione la forma attuale di finanziamento del settore che, evidenziamo, espleta un servizio pubblico essenziale per l’intera collettività. Un settore strategico che muove l’intera nazione e che attraverso la grottesca politica di appalti, subappalti e sub affidamenti brucia miliardi di euro che vanno in profitto alle aziende private (che si arricchiscono di denaro pubblico), padroncini (per lo più non rispettosi delle normative e contratti “dimenticando” spesso di pagare gli stipendi ), cooperative (più o meno false) e consorzi vari (generati con la logica di piccole e/o medie aziende che si nascondono dietro un infernale reticolo di società a modello delle scatole cinesi).

Niente investimenti, quindi, niente aziende uniche regionali pubbliche per garantire la mobilità dei cittadini; niente mezzi nuovi da mettere su strada, nessun investimento sulle problematiche viabilità delle città ne sui contratti nazionali di categoria… solo ed esclusivamente si tenta di impedire e/o penalizzare i lavoratori che dopo una vita passata sullo sterzo rischia di starci qualche anno in più…se il suo fisico regge la botta rimarrà sullo sterzo fino a 70 anni….diversamente sullo sterzo ci crepa se pur con un piccolo “privilegio”…un bicchiere di vino in più non guasta perché il sacrificio viene ricompensato con l’esenzione dall’alcol test…(ovvero dal dispositivo che impedisce l’avviamento del veicolo se il conducente ha un tasso alcolemico non conforme).

Una scelta politica, quella di questo Governo, che fa definitivamente carta straccia della richiesta di tutta la società civile di restituire sicurezza sui luoghi di lavoro, sicurezza all’utenza. Non bastano i bus stipati di pendolari che viaggiano su autostrade e strade statali in beffa di ogni normativa in materia di trasporto persone, in beffa dello stesso codice della strada e, di volta in volta, trovare anche la faccia tosta di inviare messaggi di cordoglio per le vittime di quei rituali omicidi sul lavoro che troppo spesso coinvolgono cittadini, lavoratori, studenti che si affidano proprio a quel servizio pubblico essenziale che questo Governo vuole risolutivamente cancellare.

Sappiamo che, come si suol dire, la politica è sporca; sappiamo che questi signori che con arroganza mettono le mani sulla vita di migliaia di lavoratori e milioni di cittadini prendendo decisioni irragionevoli hanno troppa stima di sé stessi fino ad arrivare alla folle presunzione di poterlo fare a prescindere di ogni cosa…ma che si chiami Etelwardo Sigismondi e/o Lorenzo Basso o che sia lo stesso Matteo Salvini che voglia chiudere i conti con i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale

I LAVORATORI AUTOFERROTRANVIERI SAPRANNO DARE LA GIUSTA RISPOSTA

Venerdì 20 settembre 2024 è sciopero nazionale

una giornata di lotta e conflitto per rivendicare “Salario, Sicurezza e Diritti”

temi centrali su cui si basa la nostra piattaforma di rinnovo contrattuale che abbiamo presentato alle istituzioni ed associazioni datoriali di categoria.

 

USB Lavoro privato - Coordinamento Nazionale settore TPL