La CGSSE sentenzia: lo sciopero non è un diritto costituzionale
La Commissione di Garanzia, estende la regola generale in materia di rarefazione, al fine di non consentire l’effettuazione di scioperi plurimi nella medesima data prevista per lo sciopero generale.
Dando seguito a quanto già adottato in via sperimentale dal mese di febbraio al mese di luglio di quest’anno, con delibera n. 22/279 del 12 Dicembre 2022, la Commissione di Garanzia vieta definitivamente la concomitanza tra gli scioperi generali e scioperi di settore che siano essi aziendali, territoriali o nazionali.
Uno specifico atto repressivo verso l’esercizio del diritto di sciopero adottato per tutti i settori che esercitano il servizio di trasporto persone; un diritto costituzionale oramai soggiogato da delibere e decisioni di un ente che fa tutt’altro piuttosto che tutelarne i principi e le prerogative.
A parere della Commissione, come riportato nella delibera, le Organizzazioni Sindacali si sono prontamente adeguate alle nuove indicazioni durante la fase sperimentale (forse dimenticandosi che i Sindacati dissenzienti sarebbero incorsi in penali pesantissime) che è servita ad evitare “l’effetto moltiplicatore di scioperi generali che isolatamente avrebbero scarso seguito”.
Più che una delibera, questa è un trattato di economia che vorrebbe valutare i cosiddetti costi e benefici (naturalmente per padroni ed associazioni datoriali) delle azioni di sciopero e di quei principi di rarefazione che possono andar bene solo per i sindacati conniventi, pronti a firmare qualsiasi cosa gli venga messo sotto al naso pur di mantenere lo status quo e continuare a navigare in una zona grigia indefinita senza mai prendere l’unica e vera posizione che un Sindacato dovrebbe avere: stare dalla parte dei Lavoratori!
Non è un caso che tali opprimenti delibere vengano poste in essere in un momento storico come quello che stiamo vivendo dove, tra l’aggressione ai salari, al reddito, al potere di acquisto, al dilagare del lavoro sottopagato e tassi di inflazione alle stelle il conflitto è più sentito e necessario e lo sciopero rappresenta l’unico mezzo per rivendicare migliori condizioni di lavoro, sia economiche che di diritto.
Le lavoratrici e i lavoratori autoferrotranvieri, che in massa hanno partecipato allo sciopero generale del 2 dicembre u.s., non si faranno intimorire e non arretreranno di un solo passo per:
- la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili;
- il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per tutti i servizi pubblici essenziali;
- il superamento dei penalizzanti salari d'ingresso garantendo l'applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neo assunti, l’internalizzazione delle mansioni esternalizzate;
- la necessità di modificare l'ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, vede bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato;
- la sicurezza dei lavoratori e del servizio, introduzione del reato di omicidio sul lavoro;
- il salario minimo per legge di 10 euro l’ora contro la pratica dei contratti atipici e precariato;
- il libero esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali;
- una legge sulla rappresentanza che superi il monopolio costruito sulle complicità tra le OO.SS. e le associazioni datoriali di categoria.
Coordinamento Nazionale USB Lavoro Privato - settore Trasporto Pubblico Locale