La firma della carta in bianco

Roma -

Lo scorso 4 dicembre le OOSS di categoria di CGIL/CISL/FAST/UGL/UIL e la maggioranza della RSU del settore manutenzione infrastrutture DTP Roma ( 13 componenti su 20 ) hanno firmato il rinnovo dell'accordo per la riduzione del riposo minimo giornaliero e la variazione dei nastri di lavoro giornaliero e settimanale, per consentire la programmazione delle prestazioni di lavoro notturne in deroga al normale orario di lavoro contrattuale.

Il fatto che il testo di questo accordo sia il copia e incolla di quello precedente ( che era il c/i di quello ancora precedente, che a sua volta … e cosi via fino a diversi anni addietro), non è il guaio più rilevante in generale, quanto invece la mancata presentazione da parte societaria dei piani di attività per i fabbisogni di manutenzione DTP Roma per il 2020; per cui quella del 4 dicembre scorso è una firma su una cambiale in bianco, in mano al management societario.

La discussione dei piani di attività è la base della dinamica contrattuale così come prevista da tutta la normativa di riferimento ( CCNL, Contratto di Gruppo..., Accordi di settore, etc...), e l'aperta violazione procedurale operata dalle dirigenze di RFI e delle OOSS regionali firmatarie in questa occasione, spiega molto di quanto si può prospettare nel rinnovo contrattuale prossimo venturo, e della convergenza di intenti di quelle che in teoria dovrebbero essere controparti.

E' già chiaro da tempo nella realtà del super sfruttamento dei lavoratori del settore, e ribadito dai suddetti segnali di convergenza, che con i prossimi rinnovi contrattuali c'è il grosso rischio che la società RFI passi effettivamente all'incasso immediatamente esigibile di quanto finora ha dovuto ottenere con la contrattazione decentrata sui territori, lì dove l'esperienza ha dimostrato che oltre al collaborativismo delle centrali sindacali firmatarie, il padronato ferroviario si può trovare di fronte sindacati diversamente intenzionati rispetto alle sue politiche di attacco ai diritti acquisiti, e fermamente interessati al coinvolgimento dei lavoratori nel confronto sindacale.

L'eliminazione delle istanze di contrattazione territoriale nelle ferrovie è obiettivo che accomuna quelle cosiddette controparti nei rispettivi interessi, perché all'una garantisce tranquillità mentre attacca diritti e tutele dei lavoratori, all'altra di accreditarsi in modo sempre più esclusivo nelle sedi da dove il padronato dispiega il suo verbo turbo liberista come sindacato di fiducia e di collaborazione; perciò si garantiscono le condizioni normative per l'esclusione sistematica di forze sindacali alternative, e al dunque dei lavoratori stessi con il depotenziamento delle funzioni delle RSU/RLS.

Per quanto sopra riteniamo gravemente negativa la decisione di firmare il 4 dicembre scorso il rinnovo dell'accordo di manutenzione per il 2020; un accordo che non abbiamo mai condiviso in generale per l'evidente arretramento che comporta sulle condizioni di lavoro dei ferrovieri e per la copertura che fornisce al super sfruttamento dei lavoratori delle imprese private, ma che in questo ragionamento rappresenta pur sempre la garanzia formale della possibilità di espressione dei lavoratori attraverso le loro dirette rappresentanze sui tavoli di contrattazione.

In attesa di conoscere i documenti delle attività di manutenzione alla base delle richieste di lavoro straordinario e notturno nella DTP Roma, valuteremo gli estremi legali per l'annullamento dell'accordo in questione; ribadiamo la nostra ferma richiesta di indizione delle assemblee sugli impianti manutenzione e la nostra denuncia dell'inqualificabile comportamento di quelli che nelle altre organizzazioni sindacali stanno attentando a questo diritto primario dei lavoratori.

 

UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie