La procedura di licenziamento Alitalia si conclude con soli esodi volontari: la lotta deve continuare
La procedura di licenziamento dei dipendenti del Gruppo Alitalia Sai e Cityliner in AS che vede il coinvolgimento più di 2800 lavoratori e lavoratrici tra piloti, personale di cabina, tecnici, operai e impiegati e che si trovano in cigs a 0 ore dall’ottobre 2021, si è conclusa oggi con i soli esodi volontari.
Chi non si opporrà potrà accedere al trattamento di Naspi dal 1° gennaio 2024 con una prestazione integrata dal fondo di solidarietà del trasporto aereo, così come da normativa valida per tutti, senza le assurde penalizzazioni imposte al governo sulla proroga della cigs.
Dopo la chiusura della procedura e il processo di non opposizione da parte di chi vorrà aderire, a gennaio 2024 si aprirà una fase di verifica sui numeri e sulle opportunità per il recupero al lavoro di chi invece ha scelto di opporsi al licenziamento.
Il risultato di oggi allontana ma non scongiura, al momento, le migliaia di licenziamenti che ancora sono sul tavolo dopo lo strangolamento di Alitalia; un’azienda ormai in liquidazione, con la politica che si è accanita contro il trasporto aereo.
Quanto fatto oggi ci permette di prendere tempo prezioso per verificare tutte le prospettive che si potrebbero aprire per il recupero al lavoro di migliaia di espulsi, aspettando anche l’avanzamento dello stato del contenzioso che è entrato in una fase decisiva.
Certamente al primo posto da parte nostra c’è la richiesta che le assunzioni da parte di ITA, Swissport (o chi dovesse sostituirla) e di Atitech avvenga dal bacino degli ex dipendenti Alitalia, senza più assunzioni dal mercato, insieme alla proroga della cigs che non dovrebbe essere disgiunta dalla fine del futuro piano industriale di ITA.
Cose normali per un paese normale, ma che ai dipendenti Alitalia sono state finora negate: su queste la lotta deve continuare.
Per questo la nostra sottoscrizione non ferma la nostra protesta, in tutte le sedi a disposizione, per tutelare chi vive il vero dramma dei licenziamenti. In questo modo vogliamo richiamare il Governo, che fin ora si è solo accanito contro di noi, e le Istituzioni al proprio dovere.