Leggi contro lo sciopero, USB: stop a "colpi di coda", ascoltare le ragioni dei lavoratori
Abbiamo letto con estrema preoccupazione l'indiscrezione riportata dal quotidiano “Il Messaggero” rispetto un ipotetico “colpo di coda” preparato dall'ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il quale attraverso due emendamenti presentati alla Legge di Bilancio vuole introdurre l'obbligo di adesione preventiva del lavoratore a uno sciopero, uno degli strumenti necessari alle aziende per poter comprimere gli effetti dello sciopero.
Questo blitz nasce dall'impossibilità di approvare entro la legislatura la proposta di legge ulteriormente riduttiva dell'esercizio dello sciopero, tra l'altro unificata con il testo preparato dall'altro campione dei liberismo, il professor Pietro Ichino.
Se ciò fosse confermato, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio colpo di stato ai danni dei lavoratori dei servizi pubblici, teso solo a garantire lo smantellamento dei diritti costituzionali.
Ciò si unisce all'intervista rilasciata, semprea “Il Messaggero”,dal presidente della Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Essenziali (CGSSE), il dott. Santoro Passarelli, nella quale continuiamo a leggere la voglia di reprimere il diritto di sciopero in Italia, come se già non fosse il più regolamentato di Europa.
L'irrefrenabile desiderio di imporre ulteriori limitazioni a questo diritto corrisponde alla necessità da parte di un sistema malato di bloccare il conflitto aperto dei lavoratori e non disturbare i tanti manovratori che stanno mandando a sbattere la nave contro gli scogli.
Potremmo rispondere punto su punto sui tanti temi sollevati, a partire dal fatto che proprio nei servizi pubblici essenziali come i trasporti si stanno consumando i principali drammi economici e sociali di un paese allo sbando. Trasporti intesi come settore cavia da sottoporre per primo alla repressione della democrazia sindacale nei posti di lavoro, con la riduzione delle istituzioni pubbliche a semplici notai delle violazioni aziendali.
Sullo sfondo resta la linea di escludere i lavoratori dal dibattito per ridurli via via al ruolo di spettatori silenti di scelte strategiche che vengono fatte da altre parti.
E' proprio questa scelta che è combattuta da USB in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili perché è strumentalmente orientata soltanto a condurre la classe lavoratrice verso i tagli ai salari e ai diritti, uno dei cardini delle dottrine liberiste e dei diktat europei.
USB scriverà a tutti i parlamentari italiani invitandoli a stroncare sul nascere questo tentativo fascista e rilanciare l'unico metodo per diminuire gli effetti delle vertenze: ascoltare le ragioni dei lavoratori di questo paese.
Da parte nostra, USB reagirà colpo su colpo a questa ennesimo tentativo di colpire il diritto di sciopero.
Unione Sindacale di Base