Livorno, referendum portuali: passa il sì al polo unico di manodopera. Ora autorità portuale e politica si facciano carico di promuovere la transizione
La soluzione alle cicliche crisi della varie aziende portuali fornitrici di manodopera passa dall’istituzione di un unico soggetto che possa garantire tariffe adeguate, diritti, salario ed integrativi degni di questo nome. Non è più solo un'idea astratta (di cui tra l’altro si parla da tempo nel nostro porto) ma adesso c’è anche la conferma da parte di molti lavoratori portuali che hanno deciso di esprimere la propria opinione all’interno del referendum organizzato da USB nella giornata di ieri.
Su una platea di circa 450 lavoratori degli artt. 16 e 17 hanno partecipato al voto 213 portuali. Il sì è passato con il 92% dei voti.
Un referendum che ovviamente non ha un valore “legale” ma che impone a tutti i soggetti dell’ambito portuale, Autorità di Sistema in primis, una riflessione seria circa il futuro dell’organizzazione del lavoro nel nostro scalo.
Non è un mistero che il sistema delle tariffe e degli appalti sia ormai sull’orlo del collasso. A poco servono le richieste delle aziende e cooperative di aumentare i compensi nei contratti di appalto con i terminalisti se non si aggredisce alla radice la causa che ha generato il progressivo abbassamento delle condizioni economiche e contrattuali. Anche se dovessero mai accettare tale richiesta sarebbe solo questione di tempo per tornare nuovamente in difficoltà. E a poco serve operare in questo modo se il terminalista di turno si può permettere di “stracciare” un contratto di appalto e consegnarlo al miglior offerente di turno.
Questo vale per tutti e a maggior ragione per quei soggetti che hanno una storia alle spalle e che hanno, da sempre, occupato un ruolo importante nell'ambito portuale. Da soli non si salva nessuno.
Un singolo soggetto autorizzato a fornire manodopera sarebbe forse l’unica possibilità per riuscire a “tenere testa” di fronte ad un mondo portuale sempre più in mano a grandi società armatoriali e multinazionali in grado di esercitare rapporti di forza enormi rispetto al passato.
Tanto più in questa fase in cui il nuovo Ministro dei Trasporti non ha mai fatto mistero delle sue idee in merito all’organizzazione del lavoro nel settore. Da sempre favorevole ai processi di privatizzazione e liberalizzazione nei porti italiani (autoproduzione).
Ovviamente in questo contesto è l’Autorità Portuale, sostenuta dai lavoratori e dalla politica, a poter gestire una transizione di questo tipo dando opportune garanzie ai soggetti attualmente esistenti garantendo il dovuto equilibrio all’interno dell’organico porto.
Ma è anche una battaglia politica della città. Il porto è sempre stato il vero polmone economico di Livorno, che ha garantito la giusta e sacrosanta redistribuzione della ricchezza. Ricchezza che è aumentata a dismisura negli ultimi anni ma che si trova nelle mani di poche società che sfruttano il nostro porto lasciando alle spalle pochi spiccioli.
USB Porto continuerà in questa battaglia nell'assoluta convinzione che la strada intrapresa è quella giusta per il bene dei lavoratori portuali e della città.
USB Settore Porto