Manutenzione RFI, le battaglie USB e l'ipocrisia dei sindacati firmaioli
Con il comunicato unitario circolato tra i ferrovieri nei giorni scorsi, le OOSS nazionali firmatarie fanno sapere di aver finalmente avuto notizia che nel settore manutenzione infrastrutture di RFI vige il pesante ricorso allo straordinario, alle prestazioni notturne non concordate, all'utilizzo di reperibili in prestazioni notturne programmate, alla crescente esternalizzazione di attività, per concludere con la richiesta a RFI di “...un ingente ricorso a nuovi apporti di personale.” … e cordiali saluti.
Stendendo un velo pietoso sulle forme espressive di tale comunicato, si resta comunque sgomenti di fronte a cotanta ipocrisia da parte di chi solo pochi mesi fa ha firmato un accordo per la verifica della riorganizzazione di settore che di fatto ha abbonato a RFI enormi carenze di organico e di figure professionali scaturite da anni di politiche (condivise con le stesse OOSS) di smantellamento del suo potenziale produttivo, producendo appunto quello che oggi, meschinamente, questi sedicenti rappresentanti dei ferrovieri, sembra vogliano denunciare.
Un comunicato avariato, buttato in pasto a una categoria da anni sotto la feroce pressione del padronato ferroviario privato, esposta via via a sempre maggiori rischi e al pauroso ripetersi di incidenti gravi e mortali sul lavoro. Una categoria che contratto dopo contratto, accordo dopo accordo è stata ripiegata su se stessa, i cui lavoratori costretti a procurarsi il giusto salario con l'incremento senza limite delle prestazioni straordinarie e notturne, a costo della loro salute e della loro sicurezza.
A quasi quattro mesi dalla scadenza del CCNL i ferrovieri del settore sono tenuti meticolosamente all'oscuro di quanto il padronato è intenzionato a riprendersi dei loro diritti residui, e mentre sul piano del ferro delle Direzioni Territoriali Produzione si continua a stare a testa bassa, giorni e notti, per far fronte al dissesto organizzativo portato dalla privatizzazione selvaggia del settore manutenzione infrastrutture, resta clamorosa la latitanza delle rappresentanze sindacali firmatarie e collaborativiste, e sempre più gravemente leso il diritto alla partecipazione dei lavoratori alla vita sindacale sul posto di lavoro.
Forse che per la loro tenace autoreferenzialità, ai capi di queste organizzazioni sindacali è sfuggita la notizia dell'iniziativa di Unione Sindacale di Base Ferrovie nel settore Manutenzione di RFI, un'iniziativa fatta di contrasto sui tavoli di contrattazione attraverso la RSU, di denunce e scioperi; ma forse no: forse certe notizie arrivano anche nelle arroccate stanze dei super poteri sindacali, dove si producono i comunicati unitari.
USB Lavoro Privato Ferrovie ritiene, oggi più che mai, che la via per la difesa dei diritti dei ferrovieri della manutenzione infrastrutture passi per il loro coinvolgimento su una proposta politico sindacale chiara, per il presente e per il futuro delle loro condizioni di vita: STOP ALLA PRIVATIZZAZIONE SELVAGGIA DEL SETTORE MANUTENZIONE DI RFI; ASSUNZIONE IMMEDIATA DI ALMENO 5000 OPERATORI DELLA MANUTENZIONE INFRASTRUTTURE (DI CUI LA META' CON REQUISITI DI ESPERIENZA NEL SETTORE); GENERALE INCREMENTO DEI LIVELLI PROFESSIONALI E SALARIALI; RITORNO ALLE 36 ORE SETTIMANALI; tanto per cominciare il discorso!
UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie