MARITTIMI: NO AD UN CONTRATTO A PERDERE

Roma -

 

Sono trascorsi 56 anni dal 29 giugno 1959 quando, lo sciopero dell’intera flotta mercantile  e l’esasperata rivolta di Torre del Greco, portarono alla conquista del primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei Marittimi Italiani. Un contratto che costò sacrifici, arresti, provocazioni da parte del governo e degli armatori e che, nonostante la mediazione al ribasso della CGIL, comunque gettò le basi per dare salario e dignità ad un intero comparto.

Dal 1959, i marittimi italiani, e l’avanguardia di quel movimento che fu la marineria pubblica (Italia, Adriatica, Tirrenia, Lloyd e Società Regionali), hanno lottato per migliorare le condizioni di lavoro a bordo, assicurare il pane alle famiglie e rendere il periodo d’imbarco meno lungo e pesante .

Oggi, il sindacato autonomo e confederale, screditato, non rappresentativo, incompetente ed asservito agli interessi del padronato armatoriale, sta completando l’opera compiuta negli ultimi dieci anni: azzerare le conquiste, creare desertificazione occupazionale del settore e lasciare aperta la strada all’imbarco di manodopera straniera, anche sul naviglio nazionale.

Nella conferenza stampa di oggi CGIL, CISL e UIL stanno presentando alla stampa l’infame contratto in corso di stipula.

Ai lavoratori del mare viene annullata la continuità del rapporto di lavoro, reso impossibile l’accesso al turno particolare, il salario spalmato su istituti senza trascinamento pensionistico, stracciate le regole su arruolamento, periodo d‘imbarco e promozioni. Egualmente ai lavoratori amministrativi il salario viene truffato ed in parte dirottato su un istituto discrezionale e senza trascinamento, il trattamento di malattia, assurdamente e punitivamente, regolato secondo la normativa Brunetta,  l’inquadramento e la normativa disintegrata.

Ecco sommariamente i principali guasti che produrrà questo accordo che non è, e non può essere il contratto dei marittimi italiani!

 

Dopo otto anni di attesa i lavoratori del mare pretendono un vero contratto all’altezza delle attese, compatibile con la fase economica, ma  DIGNITOSO e non LESIVO DEI DIRITTI E DEI SALARI!

 

L’Unione Sindacale di Base invita i lavoratori a far giungere con forza la richiesta di referendum confermativo di qualsiasi accordo sottoscritto!