Massima vigilanza dei lavoratori Tirrenia
Quando nello scorso mese di luglio si è finalmente conclusa la tormentata e tortuosa privatizzazione della Tirrenia, i lavoratori, al di là di dubbi e perplessità, hanno finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo vedendo scongiurato il temuto pericolo della chiusura dell’azienda a causa del fallimento dell’operazione di vendita così come si era delineata.
Ad appena cinque mesi di distanza, quando già l’attenzione è giustamente rivolta a come affrontare la prospettiva produttiva dell’azienda alle prese con la difficile realtà economica del Paese, i timori dei lavoratori si riaffacciano improvvisamente a causa della grave frattura intervenuta tra i soci di Compagnia Italiana di Navigazione.
Infatti, giovedì scorso a Torre Del Greco , è stata rappresentata una commedia, neanche di buona qualità, un misto tra l’avanspettacolo e la farsa che ha avuto come protagonista l’armatore Vincenzo Onorato.
Nel contesto di una nutrita assemblea di marittimi della città, indetta da uno strano quanto autonomo, almeno così autodefinitosi ‘’movimento marittimi’’promossa da due delegati di bordo della Tirrenia, in realtà ben conosciuti rappresentanti sindacali della CGIL, Vincenzo Onorato, socio di riferimento di CIN, con il piglio e la teatralità di un consumato arruffapopolo ha tuonato contro il resto della compagine degli altri soci, con una veemente arringa di stampo populista da buon e navigato demagogo.
Ha raccontato i motivi della rottura consumatasi nel Consiglio di Amministrazione che ha portato alle sue personali dimissioni dallo stesso.
Ha tacciato d’incompetenza e di incapacità il management attuale, mettendolo alla gogna per gli spropositati compensi attribuitisi, cosa che a dir sua realizzerebbe con un compenso di solo un euro.
Nel suo intervento Onorato ha fatto ricorso alla più bieca retorica populistica affermando che il proprio piano industriale, diverso ed alternativo a quello presentato ai sindacati da CIN è fondato sull’immediata fusione di MOBY (la sua azienda) e Tirrenia che oltre a costruire ‘’la più grande flotta del Mediterraneo’’ porterebbe da subito ad un impegno di 20 marittimi in più su ogni nave, necessari per accrescere l’offerta dei servizi di bordo.
Infine, pronosticando di qui ad un anno il fallimento della gestione con conseguente rischio di chiusura dell’Azienda, ha concluso il suo intervento tra gli scroscianti applausi di una platea facilmente e fortemente suggestionabile in quanto prevalentemente costituita da marittimi della Tirrenia.
Troppo facile trattare argomenti così importanti senza contraddittorio e senza un quadro informativo completo dello stato economico-finanziario delle due aziende.
E’ dunque evidente che lo scopo di questa nota non è il merito del confronto sui piani industriali dell’uno o dell’altro dei soci che peraltro non sono stati formalizzati in nessuna sede idonea e che sono invece richiesti dai lavoratori. Anzi molto si potrebbe eccepire rispetto alle affermazioni di Onorato,per esempio quanti sono i marittimi in CRL di Moby o quale è lo stato d’indebitamento della sua società e la sua sostenibilità.
Pensiamo che dietro la maschera che fa apparire l’armatore un potente condottiero in realtà si nasconde una profonda debolezza, tale da considerare la Tirrenia CIN un buon boccone per colmare i propri debiti e per risanare la propria azienda.
Naturalmente riteniamo che Onorato attraverso l’ultima recita abbia provocato ufficialmente una profonda spaccatura non solo all’interno del CDA, per la quale lo stesso armatore era stato costretto alle dimissioni dal Consiglio, ma anche nella stessa proprietà.
Ciò che importa ed appare gravissimo è la pessima immagine pubblica della Tirrenia-Cin che viene fuori da questa inedita sortita del maggiore socio di CIN.
Per tale motivazione I lavoratori sono allarmati e chiedono immediati chiarimenti sullo stato disastroso dei rapporti tra i soci che si pongono come macigni sul cammino appena intrapreso e proiettano ombre scurissime sull’immediato futuro dell’azienda e inquietanti interrogativi sul futuro lavorativo dei molti dipendenti che con realismo pensavano di aver messo alle spalle il peggio.
Usb Lavoro Privato settore mare