Argomento:

No alla legge Lanzillotta

Roma -

E' approdata in commissione Affari costituzionali del Senato la delega al Governo per l’affidamento della gestione dei servizi attraverso gare e la libera concorrenza ed in data odierna il Governo con i capigruppo della maggioranza al senato cercherà un accordo su tale disegno di legge .

 

L’odierna situazione di difficoltà e criticità del settore dei trasporti pubblici è riconducibile a due ordini di motivazioni diverse.

 

La prima, riguarda la pretesa di sottoporre alle regole del mercato un settore ad alto contenuto sociale come il trasporto pubblico locale, che in quanto tale ne determina il costo politico del biglietto. Nel settore si applica, appunto, il costo politico del biglietto con la conseguenza che le aziende del TPL necessitano di sovvenzioni da parte degli enti pubblici per coprire la parte più consistente dei costi altrimenti i costi reali sostenuti per dare il servizio pubblico, sottoposto a precisi obblighi legati agli orari, alla quantità del servizio da fornire, alle tariffe da applicare, ecc., il costo del biglietto dovrebbe essere molto più alto.

 

La seconda, il trasporto pubblico non risponde alle esigenze di mobilità dei cittadini e alle loro aspettative.

Indubbiamente lo sviluppo del nostro Paese è cresciuto intorno all’uso dell’automobile, siamo il paese con più macchine pro-capite e con meno mezzi di trasporto pubblico.

Questo perché in questi anni gli investimenti infrastrutturali sono stati risibili, le politiche sulla mobilità hanno visto l’assenza di scelte e risorse a sostegno e sviluppo del trasporto collettivo.

Questa situazione di carenza strutturale e progettuale, negli ultimi 10 anni, è stata accompagnata da una riduzione delle risorse destinate a questo settore, mentre le percorrenze chilometriche sono rimaste invariate se no addirittura aumentate.

 

Questa situazione rischia di precipitare irrimediabilmente di fronte alla prospettiva di voler, a tutti i costi, introdurre ed imporre a tutti i costi nel settore il libero mercato in quanto con questa scelta intendono e pretendendo di spendere meno per il TPL e contemporaneamente senza mettere mano alla programmazione ed al miglioramento dei servizi.  

  

Questo Paese è incapace di soddisfare la richiesta di mobilità dei cittadini che si vedono costretti all’uso indiscriminato dell’auto. E’ un Paese privo di un sistema adeguato di trasporto pubblico, privo anche delle infrastrutture necessarie per far fronte all’inevitabile aumento del traffico, un Paese che paga pesantemente l’inadeguatezza del trasporto pubblico locale, la scarsa e cattiva pianificazione del territorio e l’incidentalità stradale, la sempre più scadente qualità dell’ambiente urbano, la insufficiente qualità e quantità dei servizi per la mobilità dei disabili e delle categorie sociali meno protette: pensionati, studenti, pendolari ecc.

 

Il sistema politico italiano è come un dottor Jekyll e Mister Hyde: da un lato riconosce il legittimo bisogno/diritto di mobilità e spostamento dei cittadini anche in relazione alla necessità di soddisfare tutte le attività economiche e sociali, dall’altro individua questo bisogno/diritto come una vacca da mungere (rappresentando un impressionante moltiplicatore di fatturati, di attività economiche – dalla produzione alla vendita di autovetture alla raffinazione e vendita di prodotti petroliferi, dagli interessi delle compagnie assicurative al ruolo impositivo dello Stato: accise sui carburanti, tassa sulla proprietà, pedaggi stradali e autostradali, ecc.)   dando in cambio poco o nulla servizi, comodità, qualità; incrementando del prezzo della benzina e mai diminuendolo; dando inefficienza della viabilità, pochezza dei servizi e delle risorse da destinare al settore), demonizza i lavoratori come unica fonte di costi e rigidità.

 

Ora questo governo, come i precedenti, mentre non mette a disposizione risorse sufficienti per attuare misure idonee a contrastare l’impatto negativo del traffico sull’ambiente continua nella non programmazione e nell’assenza di scelte di lungo periodo che consentano un cambiamento strutturale del modello di mobilità vigente, è sempre più dottor Jekyll e Mister Hyde e intende insistere sulla “formula miracolosa” Liberalizzazione e mercato con la quale far spremere e trarre profitto dal bisogno/diritto di mobilità continuando a scegliere di non dotarsi di un progetto complessivo di sviluppo del sistema di mobilità del Paese e di un piano industriale ed interventi coerenti.    

 

Infatti il testo di legge, noto come il Ddl Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali che lo ha presentato, e che è in discussione nella commissione Affari costituzionale del Senato dal 23 novembre c.a., prevede una riforma del TPL e dei servizi pubblici in genere orientata definitivamente alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

 

Tale riforma punta a rendere residuale ed eccezionale il ricorso all’affidamento diretto, in house – cioè la gestione dei pubblici servizi che le pubbliche amministrazioni adottano con propri organismi senza ricorrere al “libero mercato”.

 

La filosofia che ispira tale provvedimento, come recita il comma a) dell’articolo 2 del Ddl, “prevede che l’affidamento delle nuove gestioni e il rinnovo delle gestioni in essere dei servizi pubblici locali di rilevanza economica debbano avvenire mediante procedure competitive a evidenza pubblica di scelta del gestore” .

 

Il teso di questo Ddl prevede “la delega al Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data

di entrata in vigore di tale legge, uno o più decreti legislativi in materia di servizi pubblici”.

 

L’argomentazione che supporta tale Ddl afferma che “la prevista apertura alla libera concorrenza di fasce di mercato, potrà ragionevolmente determinare non solo una maggiore soddisfazione dei cittadini utenti, ma anche una più razionale gestione del servizio, alleviando i relativi oneri pubblici, nonché un aumento del fatturato del settore, con maggiori introiti per le finanze pubbliche”.

 

QUESTO SIGNIFICA, CHE:

·        A FRONTE DI UN TRASPORTO PUBBLICO LOCALE CHE CONTINUERA’ A RIMANERE INSUFFICIENTE ED INADEGUATO;

·        A FRONTE DI UN SETTORE INDUSTRIALE A CONTENUTO SOCIALE COME IL TPL E QUINDI CON UN REGIME DI PREZZI (BIGLIETTI) BLOCCATI;

 

“LA RAZIONALE GESTIONE DEL SERVIZIO, LA RIDUZIONE DEI RELATIVI ONERI PUBBLICI, L’AUMENTO DEL FATTURATO DEL SETTORE, MAGGIORI INTROITI PER LE FINANZE PUBBLICHE” SIA POSSIBILE SOLO PRECARIZZANDO E PEGGIORANDO IL LAVORO, RIDUCENDO I DIRITTI DEI LAVORATORI.

 

OPPONIAMOCI A QUESTE SCELTE ANTISOCIALI, NON FACCIAMOCI STRUMENTALIZZARE DA PROCLAMI DI FORME DI LOTTA FUORI DALLE REGOLE CON L’OBIETTIVO DI FARCI SVENDERE PER QUATTRO DENARI DIRITTI E DIGNITA’ !!!