PIANO F.S.: LACRIME E SANGUE
TAGLI DEI SALARI - ESUBERI -
CRESCITA DELLE TARIFFE
Venerdì 4 maggio, l’A.D. Moretti ha incassato il Sì politico dal Governo sul Piano Industriale F.S., che, nel quinquennio 2007-2011, prevede:
▪ la diminuzione del costo del lavoro: si sostiene che i costi unitari orari sono più alti del 5 – 10% rispetto alle ferrovie francesi e tedesche.
▪ l’aumento del carico di lavoro, visto che quest’ultimo risulta essere inferiore a quello dei Paesi europei presi a riferimento (Francia e Germania). Infatti, le ore settimanali di lavoro per F.S. sono 36, mentre 39 e 40, rispettivamente, per i francesi e i tedeschi.
Per quanto riguarda il limite di ore di guida giornaliero, esso è fissato in 7h e 30 min per F.S., contro le 9 diurne e le 7 notturne di S.N.C.F., e le 9 della passeggeri e 10 per la merci in Germania. Anche rispetto ai competitori nazionali, nati dalle libera-lizzazioni del 2001, F.S. esce nettamente perdente considerando che, in R.T.C. l’orario di lavoro settimanale è di 42 ore.
▪ la diminuzione di diritti: i ferrovieri italiani godono di 32 giorni di ferie annuali, contro i 28 dei francesi e i 30 dei tedeschi.
▪ il taglio di 10.000 posti di lavoro, da conseguire con il blocco del turn over .
▪ il cambio di mansioni che coinvolgerà 10.000 dipendenti: molti passeranno al ruolo di controllore e di capotreno.
▪ il ridimensionamento dell’equipaggio macchina: soppressione del doppio macchinista con l’istituzione del macchinista solo.
▪ la soppressione di 350 impianti sottoutilizzati nel settore merci.
▪ la crescita delle tariffe del 22% per il trasporto locale e del 35- 40 % per il trasporto a lunga percorrenza.
▪ un’ulteriore contribuzione dello Stato di 1300 miliardi di euro, pari ad una media annua di 250 miliardi di euro; per le infrastrutture, il fabbisogno stimato è di 16.675 miliardi di euro.
In sintesi, i numeri:
· 10.000 posti di lavoro in meno
· 10.000 lavoratori che muteranno mansione
· 5% di diminuzione del salario unitario
· 35% di incremento tariffario per i treni a lunga percorrenza
· 22% di incremento tariffario per i treni di trasporto locale
· 8.800 miliardi per investimenti destinati, in parte, all’alta velocità ed, in parte, all’acqui-sto di 1000 nuovi treni
· 16.675 miliardi per investimenti in infrastrutture
· 16 centesimi di remunerazione per passeggero/ km contro gli attuali 11, 8.
Possiamo, quindi, facilmente comprendere che questo è un piano dove sono chiesti forti sacrifici ai lavoratori e alla collettività, senza che esso contenga una vera strategia di rilancio del trasporto ferroviario, depotenziandone, anzi, le attuali capacità.(es: eliminazione di 350 impianti merci giudicati improduttivi).
Non vi è nessun accenno alla intermodalità sul trasporto merci, non prevedendo alcun potenziamento infrastrutturale di interconnessione del trasporto su ferro, gomma, acqua, aria.
Il piano presentato è semplicemente il risanamento degli sperperi fatti nel passato dal managment di F.S., delle cui disastrose scelte, oggi, se ne vuole far pagare il costo ai lavoratori e agli utenti.
Di fronte a queste previsioni, fortemente peggiorative delle condizioni di lavoro e di salario di centinaia di migliaia di dipendenti e che prevedono corposi incrementi tariffari gravanti su milioni e milioni di utenti, è necessario reagire, senza se e senza ma, rompendo definitivamente con una politica sindacale subalterna a logiche partitiche e aziendali, condotta fin qui, da CGIL, CISL, UIL, ORSA, etc…
Non siamo disponibili ad assistere senza combattere, alla perdita di posti di lavoro, di diritti acquisiti e a tagli di salario.
Non permetteremo di consumare, sulla nostra pelle, l’ennesima atroce truffa .
Organizziamoci dal basso per costruire una forte rappresentanza sindacale alternativa e autonoma.
Organizziamoci con la C.U.B. Insieme e uniti, vinceremo.
Milano 8/5/2007
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