Politici e dirigenti incriminati per la "parentopoli"...e loro si vendono le aziende!!!

Roma -

Come supponevamo la risposta della politica di fronte alla “parentopoli romana” nelle società municipalizzate è quella della loro privatizzazione.

Una situazione che sembra creata su misura per chi ha sempre fatto il tifo per l'ingresso dei privati in queste aziende pubbliche; un' obbiettivo che nasce da lontano, da quando si scelse di trasformare tutte le municipalizzate in S.p.A. trasformando un servizio pubblico, un bene comune in un oggetto di mercato.

in molte regioni parziali e/o totali privatizzazioni hanno già ampiamente manifestato le pesanti ricadute sia sui lavoratori che sui cittadini;gli obiettivi si spostano dalla qualità e quantità del servizio alla garanzia del profitto programmato attraverso tagli al servizio e ristrutturazioni aziendali che si riversano pesantemente sull'organizzazione e sui carichi di lavoro.

Si Avviano quindi le procedure per la cessione del 40% del Capitale Sociale di AMA S.p.A. e di ATAC S.p.A., con il pieno coinvolgimento del privato nella gestione; per la dismissione almeno della maggioranza della quota di partecipazione di Roma Capitale nella Le Assicurazioni di Roma Mutua; per la trasformazione della azienda speciale Farmacap in società di capitali finalizzata in previsione della dismissione della maggioranza, almeno, del capitale ai privati.

Nel territorio della città di Roma non possiamo non ricordare la campagna che fecero le istituzioni al fine di privatizzare la Centrale del Latte; solo dopo molti anni le vicende giudiziarie venute a galla confermarono interessi diversi da quelli di garantire un servizio di qualità ai cittadini.

E' ora che i lavoratori delle aziende municipalizzate insieme ai cittadini tutti facciano sentire la loro voce ed organizzarsi; è necessario non abbassare la testa davanti a queste continue aggressioni ai beni comuni della collettività.

USB Lavoro Privato invita i lavoratori tutti alla mobilitazione a difesa del servizio pubblico,



TRASPORTI, ACQUA, SCUOLA, SANITÀ:

NON PERMETTIAMO CHE SI CONTINUI A SPECULARE SUI BENI COMUNI