Presidio in piazza del campidoglio in difesa del trasporto pubblico e dei lavoratori

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Nella giornata di ieri martedì 5 dicembre, si è svolto in Piazza del Campidoglio il presidio del Comitato lavoratori e utenti assieme ad USB, ai lavoratori di ATAC, Roma TPL e dei lavoratori degli appalti, per manifestare il forte dissenso verso la deriva che sta attraversando il Trasporto Pubblico Locale di Roma. Partendo dalla procedura fallimentare di Atac, fino ad arrivare al referendum per la privatizzazione che si terrà in primavera,  le scelte dell'attuale Giunta sono estremamente preoccupanti.


Una delegazione è stata ricevuta dal Consigliere Comunale De Santis e dal Presidente della Commissione Trasporti Stèfano, dopo che il Comitato aveva richiesto un incontro alla Sindaca, per esporre tutte le criticità che queste scelte stanno avendo sui lavoratori e sull'utenza. Partendo dall’accordo sindacale del 27/11/2017, sottoscritto   da Atac, Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl, è stato evidenziato come lo stesso sia devastante per i lavoratori sotto il profilo della salute e della sicurezza, visto l'aumento dell'orario e dei carichi lavoro. Un accordo che non risolve neppure lontanamente il debito miliardario di Atac, ma che mette a serio rischio la sostenibilità del servizio da parte dei lavoratori, già in forte sottorganico. Un accordo che parla in modo fumoso di reinternalizzazione di alcuni servizi, senza garantire i lavoratori esternalizzati; che arriva frettolosamente con due mesi di anticipo rispetto al piano industriale, lasciando seri dubbi sulle scelte di questa amministrazione sul trasporto pubblico di Roma.


E se questa manovra servisse solo a spianare la strada all'ingresso dei privati in Atac? Cosa ne sarebbe dei dipendenti e dei lavoratori dell'indotto? Cosa significherebbe per gli utenti? Sicuramente entrare in un'azienda che ha risanato il grosso del debito, abbattuto fortemente il costo del lavoro e azzerato quasi del tutto i diritti e le condizioni di lavoro diventa terreno fertile per gli avvoltoi privati che non vedono l'ora di speculare anche sull'azienda pubblica di trasporto più grande del paese.


Per questo abbiamo ribadito con forza che il Comune di Roma in questa fase difficile deve dare un segnale inequivocabile, a partire dal coinvolgimento diretto dei lavoratori sulle scelte che opera, garantendo che sull'accordo del 27 novembre, che stravolge la vita di 11.500 dipendenti, si vada alla consultazione tramite referendum (come previsto dalle normative vigenti in materia).


Atac deve tornare ad essere un'azienda sana, ma le soluzioni devono arrivare dal Governo, dalla Regione e dal Comune di Roma, attraverso investimenti e assunzioni e non tagli e risparmi sulla pelle di lavoratori e cittadini!




USB Lavoro Privato – Provincia di Roma TPL